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6 cose da sapere sulla Cappella degli Scrovegni

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La Cappella degli Scrovegni a Padova è uno dei più famosi capolavori proto-rinascimentali. Decorata da Giotto di Bondone fu completata nel 1305 per la famiglia Enrico Scrovegni. Gli affreschi che adornano le pareti e il soffitto della cappella raccontano una narrazione complessa ed emozionante sulla vita di Maria e Gesù. È una Mecca assoluta per chiunque sia interessato all’arte, specialmente al Rinascimento.

Ecco 6 cose che dovresti sapere sulla Cappella degli Scrovegni:

È la perla del Proto-Rinascimento

Giotto di Bondone, N. 31 Scene della vita di Cristo: 15. L'arresto di Cristo (bacio di Giuda), 1304-06, Cappella degli Scrovegni, Padova

Giotto di Bondone, n. 31 Scene della vita di Cristo: 15. L’arresto di Cristo (bacio di Giuda), 1304-06, Cappella degli Scrovegni, Padova

Il periodo proto-rinascimentale o pre-rinascimentale (1300-1400 circa) fu il pioniere della nuova forma di “realismo” figurativo, che fu pienamente sviluppato dagli artisti nell’epoca dell’arte rinascimentale vera e propria. L’arte pionieristica di Giotto non rappresentava però il mainstream europeo e nemmeno quello italiano. Nel resto d’Europa e d’Italia regnavano rappresentazioni piatte e irrealistiche – così come sfondi dorati e figure di donatori molto più piccole delle figure dei santi.

È un capolavoro di narrazione

La vista della Cappella degli Scrovegni, Padova

La vista della Cappella degli Scrovegni, Padova

Il ciclo di affreschi di Giotto si concentra sulla vita della Vergine Maria e celebra il suo ruolo nella salvezza umana. Il genio della Cappella sta nella disposizione della narrazione: Giotto ha disposto le diverse scene cronologicamente, in fasce orizzontali. La vita di Maria appare per prima, seguita dalla vita e dal ministero di Gesù, e infine culmina nelle scene che rappresentano la Passione. Tuttavia, quando le fasce vengono lette verticalmente, gli spettatori saranno colpiti nel rendersi conto che ogni scena prefigura la successiva. Sulla parete di fronte all’altare c’è il grandioso Giudizio Universale, che conclude la storia della salvezza umana.

Ed è pieno di teologia

Giotto, La crocifissione, 1304-06, Cappella degli Scrovegni, Padova

Giotto, La crocifissione, 1304-06, Cappella degli Scrovegni, Padova

Giotto dipinse la superficie interna della cappella seguendo un ampio progetto iconografico e decorativo. Tra le fonti utilizzate da Giotto seguendo i consigli di fra Alberto ci sono i Vangeli apocrifi dello Pseudo-Matteo e di Nicodemo, la Legenda aurea di Jacopo da Varazze (Jacobus a Varagine) e, per alcuni minuti dettagli iconografici, le Meditazioni sulla vita di Gesù Cristo dello Pseudo-Bonaventura, così come una serie di testi agostiniani, come il De doctrina Christiana, il De libero arbitrio, il De Genesi contra Manicheos, il De quantitate animae, e altri testi della tradizione cristiana medievale, tra cui il Phisiologus.

La Cappella degli Scrovegni è conosciuta anche come Cappella Arena

L'esterno della Cappella degli Scrovegni, Padova

L’esterno della Cappella degli Scrovegni, Padova

La chiesa fu dedicata a Santa Maria della Carità nella festa dell’Annunciazione del 1303 e consacrata nel 1305. La cappella è conosciuta anche come Cappella dell’Arena perché fu costruita su un terreno acquistato da Enrico Scrovegni che confinava con il sito di un’arena romana. Lo spazio era il luogo in cui per una generazione, prima della costruzione della cappella, si svolgeva una processione all’aperto e una sacra rappresentazione dell’Annunciazione alla Vergine.

La cappella fu commissionata da un ricco banchiere (ovviamente)

Giotto, il Giudizio Universale affresco, particolare di Enrico Scrovegni che presenta un modello della cappella a Maria, 1306-12, Cappella Scrovegni, Padova

Giotto, affresco del Giudizio Universale, particolare di Enrico Scrovegni che presenta un modello della cappella a Maria, 1304-06, Cappella degli Scrovegni, Padova

Enrico Scrovegni era un usuraio padovano vissuto all’epoca di Giotto e Dante. Enrico è famoso soprattutto come patrono di Giotto, incaricando il grande pittore di dipingere la famosa Cappella degli Scrovegni, 1303-5 circa, che egli stesso commissionò. C’è una tradizione secondo la quale egli assunse Giotto per espiare il peccato di usura – Dante mise suo padre nel Settimo Cerchio dell’Inferno per i suoi guadagni notoriamente illeciti, ed Enrico stesso era un usuraio su larga scala. Nel 1320 Enrico Scrovegni fuggì dalle guerre e dalle lotte civili che affliggevano Padova a quel tempo, e si stabilì a Venezia. Fu formalmente bandito da Padova nel 1328, e morì a Venezia nel 1336.

Come omaggio alla famiglia Scrovegni, nell’affresco del Giudizio Universale, Enrico Scrovegni stesso è raffigurato mentre presenta un modello della cappella a Maria.

Più di 40 persone hanno aiutato Giotto a dipingerlo

Giotto, Il Giudizio Universale, 1304-06, Cappella degli Scrovegni, Padova

Giotto, Il Giudizio Universale, 1304-06, Cappella degli Scrovegni, Padova

Giotto, nato intorno al 1267, aveva 36-38 anni quando lavorò alla cappella di Enrico Scrovegni. Aveva una squadra di circa 40 collaboratori, e avevano calcolato che erano necessarie 625 giornate di lavoro per dipingere la cappella. Un “giorno di lavoro” significava quella porzione di ogni affresco che poteva essere dipinta prima che l’intonaco si asciugasse e non fosse più “fresco”.

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