Anschluss, tedesco: “Unione”, unione politica dell’Austria con la Germania, raggiunta attraverso l’annessione di Adolf Hitler nel 1938. Proposto nel 1919 dall’Austria, l’Anschluss con la Germania rimase una speranza (soprattutto per i socialdemocratici austriaci) durante il 1919-33, dopo di che l’ascesa al potere di Hitler lo rese meno attraente.
Nel luglio 1934 i nazisti austriaci e tedeschi tentarono insieme un colpo di stato, ma non ebbero successo. Un governo autoritario di destra prese allora il potere in Austria e impedì a circa metà della popolazione di esprimere un legittimo dissenso; questa scissione impedì una resistenza concertata agli sviluppi del 1938. Nel febbraio 1938 Hitler invitò il cancelliere austriaco Kurt von Schuschnigg in Germania e lo costrinse ad accettare di dare ai nazisti austriaci praticamente mano libera. All’inizio del decennio l’Austria si era rivolta all’Italia per un sostegno, ma a questo punto il leader italiano Benito Mussolini aveva abbandonato l’idea di intervenire per proteggere l’Austria. Tuttavia, Schuschnigg più tardi ripudiò l’accordo e annunciò un plebiscito sulla questione dell’Anschluss. Fu costretto a cancellare il plebiscito, e si dimise obbedientemente, ordinando all’esercito austriaco di non resistere ai tedeschi. Il presidente austriaco Wilhelm Miklas rifiutò di nominare il leader nazista austriaco Arthur Seyss-Inquart come cancelliere. Il ministro nazista tedesco Hermann Göring ordinò a Seyss-Inquart di inviare un telegramma per richiedere l’aiuto militare tedesco, ma egli rifiutò, e il telegramma fu inviato da un agente tedesco a Vienna. Il 12 marzo la Germania invase, e l’entusiasmo che seguì diede a Hitler la copertura per annettere l’Austria completamente il 13 marzo. Un plebiscito controllato del 10 aprile diede un’approvazione del 99,7%. Vedi anche relazioni internazionali: Anschluss e Patto di Monaco.