Credenze religiose. La religione aborigena era zootecnica e guidata da una profonda fede nelle forze soprannaturali che legavano gli esseri umani a tutti gli altri esseri viventi. Il male era inteso come il risultato di una disarmonia con la natura. A partire dall’inizio del diciannovesimo secolo i missionari cristiani riuscirono a spingere sottoterra le credenze religiose dei nativi, e oggi la denominazione battista predomina tra i Cherokee cristiani in Oklahoma e nella Carolina del Nord. L’esistenza di un essere supremo nella religione nativa non è chiara; tuttavia, c’erano numerosi spiriti animali, elementari, personali e inanimati. Si credeva che questi spiriti avessero creato il mondo e che risiedessero in sette livelli successivi del cielo, sulla terra e nell’acqua, dove rimangono fino a quando l’esercizio dei loro poteri viene adeguatamente richiesto.
I praticanti religiosi. Nei tempi aborigeni i sacerdoti non ricevevano particolari considerazioni materiali, anche se esercitavano una considerevole influenza come risultato dei loro ruoli di divinazione e guarigione. Nel diciannovesimo secolo i pastori cristiani Cherokee furono un fattore importante nel processo di conversione.
Cerimonie. Il ciclo cerimoniale nativo consisteva in una serie di sei festival, gli ultimi tre dei quali si tenevano in rapida successione in autunno, contemporaneamente alle importanti riunioni dei consigli comunali. La Festa della Propiziazione, tenuta dieci giorni dopo la prima luna nuova d’autunno e la Grande Festa della Luna Nuova, era la più importante ed era dedicata ad eliminare ritualmente la cattiva volontà tra gli abitanti del villaggio e a promuovere l’unità locale. Le sei feste sono state accorpate in un’unica Festa del Mais Verde.
Arti. Il canto era una parte importante della vita cerimoniale aborigena e postcontatto. Per scopi religiosi e di altro tipo i testi sono cantati in cherokee, ma le melodie e il modo di armonizzare sono derivati da fonti non native.
Medicina. Nella cultura aborigena la malattia era intesa come il prodotto di una malevolenza spirituale provocata dalla violazione di tabù. Le tecniche di cura consistevano in medicine a base di erbe, purificazioni rituali e l’arruolamento di spiriti aiutanti per scacciare le forze maligne. La medicina clinica occidentale è oggi l’approccio terapeutico, anche se persistono ancora gli evocatori indigeni.
Morte e aldilà. Le credenze dei nativi attribuivano la morte, come la malattia, agli spiriti maligni e alle streghe. La morte era temuta e così anche gli spiriti maligni collegati alla morte. C’era anche una credenza in un aldilà, o “mondo della notte”, in cui i fantasmi o le anime dei defunti desideravano andare. Un viaggio di successo verso il mondo notturno, tuttavia, dipendeva dalle proprie azioni nella vita sulla terra. Le cerimonie funebri avevano un grande significato religioso, e tra i Cherokee orientali il funerale è il rituale più importante del ciclo vitale.