Il primo gennaio può essere un giorno di rimpianto e riflessione – avevo davvero bisogno di quel quinto bicchiere di bollicine ieri sera? – misto a speranza e ottimismo per il futuro, quando facciamo piani per rinnovare l’iscrizione in palestra o per sistemare finalmente le nostre pratiche fiscali. Questo rituale di gennaio di guardare avanti e indietro è appropriato per il primo giorno di un mese che prende il nome da Giano, il dio romano degli inizi e delle fini.
Custode dei cieli
Nella mitologia romana, Giano era un re del Lazio (una regione dell’Italia centrale), che aveva il suo palazzo sulla collina del Gianicolo, sulla riva occidentale del fiume Tevere. Secondo l’intellettuale romano Macrobio, a Giano furono tributati onori divini a causa della sua devozione religiosa, in quanto diede un pio esempio a tutto il suo popolo.
Giano era orgogliosamente venerato come un dio unicamente romano, piuttosto che uno adottato dal pantheon greco. Tutte le forme di transizione rientravano nella sua sfera di competenza – inizi e fini, entrate, uscite e passaggi. Il nome Giano (Ianus in latino, poiché l’alfabeto non aveva la j) è etimologicamente legato a ianua, la parola latina per porta. Giano stesso era lo ianitore, o portiere, dei cieli.
La statua di culto di Giano rappresentava il dio barbuto con due teste. Questo significava che poteva vedere avanti e indietro e dentro e fuori contemporaneamente senza girarsi. Giano teneva un bastone nella mano destra, per guidare i viaggiatori sulla strada giusta, e una chiave nella sinistra per aprire le porte.
Guerra e pace
Giano è notoriamente associato alla transizione tra pace e guerra. Numa, il leggendario secondo re di Roma, che era famoso per la sua pietà religiosa, si dice che abbia fondato un santuario a Giano Gemino (“doppio”) nel Foro Romano, vicino al Senato. Si trovava nel luogo in cui Giano aveva fatto sgorgare una sorgente di acqua calda bollente per sventare un attacco a Roma da parte dei Sabini.
Il santuario era un recinto formato da due porte ad arco ad ogni estremità, unite da muri per formare un passaggio. Una statua di bronzo di Giano si trovava al centro, con una testa rivolta verso ogni porta. Secondo lo storico Livio, Numa intendeva il santuario:
come un indice di pace e di guerra, che quando era aperto poteva significare che la nazione era in armi, quando era chiuso che tutti i popoli intorno erano pacificati.
Si dice che le porte di Giano rimasero chiuse per 43 anni sotto Numa, ma raramente rimasero tali in seguito, anche se il primo imperatore Augusto si vantava di aver chiuso il santuario tre volte. Nerone celebrò in seguito la sua conclusione della pace con la Partia coniando monete che mostrano le porte di Giano saldamente chiuse.
Felice anno nuovo
I romani credevano che il mese di gennaio fosse stato aggiunto al calendario da Numa. L’associazione tra Giano e il calendario fu cementata dalla costruzione di 12 altari, uno per ogni mese dell’anno, nel tempio di Giano nel Forum Holitorium (il mercato delle verdure). Il poeta Marziale descrisse così Giano come “il progenitore e il padre degli anni”.
Dal 153 a.C. in poi, i consoli (i principali magistrati della Repubblica) entravano in carica il primo giorno di gennaio (che i romani chiamavano le Calende). I nuovi consoli offrivano preghiere a Giano, e i sacerdoti dedicavano al dio il farro misto a sale e un dolce tradizionale d’orzo, detto ianual. I romani distribuivano doni di Capodanno di datteri, fichi e miele ai loro amici, nella speranza che l’anno a venire si rivelasse dolce, così come le monete – un segno di prosperità sperata.
Giano assumeva un ruolo chiave in tutti i sacrifici pubblici romani, ricevendo incenso e vino prima di altre divinità. Questo perché, come guardiano del cielo, Giano era la via attraverso la quale si raggiungevano gli altri dei, anche Giove stesso. Il testo Sull’agricoltura, scritto da Catone il Vecchio, descrive come le offerte sarebbero state fatte a Giano, Giove e Giunone come parte del sacrificio pre-raccolta per assicurare un buon raccolto.
Quindi, se vi sentite presi tra due mondi questo primo gennaio, perché non uscire e festeggiare alla romana? Prepara qualche dolcetto da condividere, prendi le chiavi e chiudi la porta al 2017.
Domani: Explainer: gli dei dietro i giorni della settimana.