Spieghiamo cos’è l’empatia e perché è considerata un valore. Inoltre, alcuni esempi di questa capacità e cos’è l’assertività.
Cosa è l’empatia?
Quando si parla di empatia ci si riferisce alla capacità umana di connettersi emotivamente con gli altri, essendo in grado di percepire, riconoscere, condividere e comprendere la sofferenza, la felicità o le emozioni di un altro. In altre parole, è una reazione immediata e inconscia, che non passa attraverso la ragione e l’intelletto, e che ci porta a partecipare affettivamente alla situazione di un altro essere umano.
L’empatia è una caratteristica molto apprezzata del comportamento umano, spesso legata alla capacità di superare le differenze di classe, cultura o razza per connettersi con i bisogni dell’altro. In questo senso è legata alla compassione e all’altruismo, e si oppone all’egoismo e all’antipatia.
Anche se la psicologia non ha concetti definitivi di empatia, è solito classificarla in due categorie, che sono:
- Empatia affettiva. Chiamata anche empatia emotiva, si basa sul contagio emotivo, cioè la capacità di essere contagiati dalle emozioni che un’altra persona prova, e di esserne influenzati. Può verificarsi in due gradi di intensità:
- Preoccupazione empatica. Si verifica nella misura in cui dedichiamo parte della nostra energia mentale a pensare ai problemi di un altro, in sua presenza o meno.
- Auto-afflizione. La sofferenza degli altri è sentita “in carne ed ossa”, cioè influenza il proprio umore e scatena anche reazioni fisiologiche simili.
- Empatia cognitiva. Dipende dalla capacità di capire la posizione dell’altro, cioè di “mettersi nei suoi panni”. Questo può avvenire, di nuovo, in due modi:
- Assunzione prospettica. La tendenza ad adottare i punti di vista di un altro, o almeno a capirli, a ragionarci sopra e a prenderli come validi.
- Fantasia. La capacità proiettiva della mente umana di assumere un’identificazione con entità o personaggi immaginari, o di collegarsi con idee dell’ordine dell’irreale.
Vedi anche: Coscienza sociale
L’empatia come valore
L’uso del termine empatia in varie dottrine filosofiche o psicologiche è recente, risale al XX secolo e come conseguenza di una maggiore comprensione scientifica delle dimensioni mentali dell’essere umano. L’empatia però è legata alle nozioni più tradizionali di compassione e generosità, che hanno un background religioso e culturale molto antico, infatti sono tra le virtù teologali del cristianesimo.
Questo significa che l’empatia nasce come un valore, come una caratteristica positiva, che viene comunemente considerata come un’indicazione di bontà o purezza. Tuttavia, a seconda del contesto potrebbe essere collegato alla debolezza, per esempio, in situazioni professionali o di vita che richiedono una testa fredda e un controllo emotivo di ferro.
Esempi di empatia
Alcuni esempi quotidiani di empatia possono essere:
- Quando si guarda un film o si legge un libro, ci si sente identificati con un personaggio più che con altri, e si possono soffrire con lui varie situazioni.
- Il sentimento di pietà o dolore che si percepisce davanti a situazioni di ingiustizia o sofferenza degli altri, sia dal vivo, guardando documentari, ecc.
- La capacità di intercedere in una disputa per conto di una persona perché si pensa che i suoi argomenti siano validi o che il suo punto di vista sia corretto.
- Quando disobbediamo a regole esplicite per aiutare una persona in difficoltà, perché troviamo il suo dolore più importante della fedeltà alla legge.
- Difendendo le persone deboli da situazioni di molestie o “bullismo”.
- Quando siamo in presenza di una ferita fisica o corporale, per esempio, di un atleta, ci “sentiamo” come se l’avessimo subita noi stessi.
Empatia e assertività
Empatia e assertività sono termini comunemente usati nella psicologia contemporanea, anche se non significano la stessa cosa. Se l’empatia è la capacità di connettersi con le emozioni o i pensieri dell’altro, l’assertività è piuttosto legata alla capacità di dire all’altro ciò che si pensa in modo franco, onesto, ma delicato, senza ferire i suoi sentimenti e, soprattutto, percependo qual è il modo migliore per farlo.
È un valore comunicativo, poiché le persone assertive ottengono nei loro destinatari una migliore disposizione alla comprensione e all’accettazione, il che richiede da parte dell’emittente un’importante dose di empatia, per percepire qual è il modo migliore per comunicare quella verità che potrebbe essere dolorosa: quando, come e dove è meglio farlo: Assertività
ultima modifica: 5 luglio 2020. Come citare: “Empatia”. Autore:
Maria Estela Raffino. Da: Argentina. A: Concepto.de. Disponibile presso: https://concepto.de/empatia-2/. Accesso: 25 marzo 2021.