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Il Discobolo o “lanciatore di disco” è una delle opere d’arte più iconiche dell’antichità classica. Originariamente scolpito in bronzo da un ateniese di nome Myron (nato nella città-fortezza di Eleutherae nel V secolo a.C.), la statua ha guadagnato fama in gran parte attraverso le sue numerose copie in bronzo e marmo fatte dai romani.
La scultura era ben nota nel mondo antico. Il retore e satirico romano Luciano di Samosata (c. 125 d.C. – c. 180 d.C.) menzionò Mirone in un’opera chiamata Philopseudes. In un dialogo tra i personaggi Tychiades e Philocles, troviamo le righe:
Non hai mai notato, mentre entravi, quella bella di corte, opera di Demetrio il ritrattista-scultore?’È quello con il quoit, piegato in avanti per il lancio, con la faccia rivolta all’indietro verso la mano che tiene il quoit, e un ginocchio piegato, pronto ad alzarsi quando lo lascia andare?’Ah, anche questo è un bel lavoro, un Mirone;…
~ Da The Works of Lucian of Samosata (2011, tradotto da H. W. Fowler e F. G. Fowler)
Il Discobolo è un giovane atleta maschio fisicamente splendido, congelato nella posa di lanciare il suo disco. Anche se è coinvolto in una situazione impegnativa, il suo viso e il suo corpo sono insolitamente rilassati e composti. La sua testa è rivolta verso il suo equipaggiamento sportivo (ma in alcuni restauri sta “erroneamente” guardando avanti). Nel suo libro del 1956 The Nude: A Study in Ideal Form, lo storico dell’arte ed esteta britannico Kenneth Clark (1903-1983) ha osservato che Myron cattura due qualità particolari – rhythmos (armonia ed equilibrio) e symmetria (proporzione corporea). Riguardo all’azione del lanciatore del disco, Clark ha scritto:
Myron ha creato il modello duraturo dell’energia atletica. Ha preso un momento dell’azione così transitorio che gli studenti di atletica discutono ancora se sia fattibile… ad un occhio moderno, può sembrare che il desiderio di perfezione di Myron gli abbia fatto sopprimere troppo rigorosamente il senso di sforzo nei singoli muscoli.
Nel corso dei secoli, nota il dottor Ian Jenkins (‘The Many Sides of Myron’s Discobolus’, giugno 2012, British Museum), curatore al British Museum ed esperto di scultura greca antica, la statua ha acquisito molti significati. Oltre ad essere una rappresentazione della perfezione atletica, è stata un paradigma di omoerotismo e un pezzo di identificazione politica. Secondo Jenkins, il Discobolo è “probabilmente la statua più famosa del mondo”
Nel ventesimo secolo, tuttavia, l’eredità del Discobolo fu notevolmente oscurata a causa del suo legame con il Terzo Reich. Hitler era così infatuato della statua che nel 1938 ne comprò una copia (conosciuta come il Discobolo Lancellotti o il Discobolo Palombara) per cinque milioni di lire da Galeazzo Ciano, ministro degli esteri dell’Italia fascista dal 1936 al 1943. (Clicca qui per vedere una foto di Hitler con la statua a Monaco).
In un articolo su BBC Culture, il critico d’arte britannico Alastair Sooke scrive che i nazisti trassero molta ispirazione estetica dall’arte dell’antica Grecia e il Discobolo in particolare figurava in primo piano nella sequenza di apertura del film bipartisan Olympia del 1938, che documentava le Olimpiadi di Berlino (note anche come “Olimpiadi naziste”) che avevano avuto luogo due anni prima. Olympia fu diretto dall’acclamata regista tedesca Leni Riefenstahl (1902-2003), che nel 1935 aveva realizzato l’innovativo film di propaganda nazista Triumph of the Will.
Nel suo articolo, Alastair Sooke cita il professor Rolf Michael Schneider dell’Università Ludwig Maximilian di Monaco:
Senza la tradizione classica, l’ideologia visiva nazista sarebbe stata piuttosto diversa. Come tutti i cacciatori, andavano a caccia di un oggetto inestimabile – e siccome la statua non poteva dire di no, hanno usato il Discobolo per le loro ideologie perverse. Il corpo ariano perfetto, il colore bianco, il maschio bianco bello e ideale: per dirla senza mezzi termini, divenne una sorta di immagine della Herrenrasse o “razza padrona” – così si chiamavano i nazisti e i tedeschi.
Il Discobolo divenne un manifesto per le cause naziste e anche se la copia della statua in Germania fu restituita all’Italia nel 1948 (dove fu collocata nel Museo Nazionale di Roma cinque anni dopo), conclude Sooke, “sarebbe passato molto tempo prima che la macchia della sua associazione con Hitler scomparisse.”
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Altre letture:
L’arte della Grecia e di Roma (2004) di Susan Woodford
Il gusto e l’antico: The Lure of Classical Sculpture, 1500-1900 (1982) di Francis Haskell e Nicholas Penny
The Greek Body (2009) di Ian Jenkins
The Discobolus (2012) di Ian Jenkins
The Faustian Bargain: The Art World in Nazi Germany (2000) di Jonathan Petropoulos
Art and Politics in the Third Reich (1999) di Jonathan Petropoulos
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Image Credits:
In evidenza: Discobolo nel Museo Nazionale Romano dell’Utente “Livioandronico2013”, CC BY-SA 4.0, Wikimedia Commons
Altro (1): Discobolo dell’utente “MatthiasKabel”, CC BY 2.5, Wikipedia
Altro (2): Discobolus dell’utente “Valerio Perticone”, CC BY-SA 3.0, Wikipedia
Altro (3): Discobolo dell’utente “Carole Raddato”, CC BY-SA 2.0, Wikimedia Commons
Altro (4). Adolf Hitler e Leni Riefenstahl dell’utente “Beyond My Ken”, CC BY-SA 3.0 DE, Wikimedia Commons