Domesday Book, la registrazione originale o il riassunto dell’indagine di Guglielmo I in Inghilterra. Dai contemporanei l’intera operazione era conosciuta come “la descrizione dell’Inghilterra”, ma il nome popolare Domesday – cioè “giorno del giudizio”, quando gli uomini affrontano la registrazione dalla quale non c’è appello – era in uso generale dalla metà del 12° secolo. L’indagine, per la portata dei suoi dettagli e la velocità della sua esecuzione, fu forse la più notevole realizzazione amministrativa del Medioevo.
Il censimento fu effettuato, contro il grande risentimento popolare, nel 1086 da sette o otto gruppi di commissari, ognuno dei quali lavorava in un gruppo separato di contee, per le quali compilavano elaborati conti dei possedimenti del re e dei suoi fittavoli in capo (coloro che detenevano le loro terre per servizi diretti a lui). Da questi documenti gli impiegati del re compilarono un riassunto, che è il Domesday Book.
Domesday Book copre tutta l’Inghilterra tranne le aree settentrionali. Sebbene sia invariabilmente chiamato Domesday Book, al singolare, in realtà è composto da due volumi molto diversi tra loro. Il volume I (Great Domesday) contiene la registrazione finale riassuntiva di tutte le contee censite, eccetto Essex, Norfolk e Suffolk. Per queste tre contee il resoconto completo e non abbreviato inviato a Winchester dai commissari è conservato nel volume II (Little Domesday), che, per qualche motivo, non fu mai riassunto e aggiunto al volume più grande.
Sono sopravvissuti diversi documenti correlati, uno dei quali è l’Exon Domesday, una prima bozza del ritorno per il circuito che comprende le contee di Somerset, Dorset, Wiltshire, Devon e Cornovaglia.
Da un altro documento correlato, l’Inquisitio comitatus Cantabrigiensis (“L’inquisizione della contea di Cambridge”), una primissima stesura del materiale del Cambridgeshire, viene rivelata la procedura effettiva seguita dai commissari. Il loro metodo era quello dell’inchiesta giurata, con la quale si davano risposte a una lunga lista di domande precise. Le sessioni formali erano apparentemente tenute nella città principale della contea, e i fatti erano forniti dallo sceriffo, dai baroni e dai loro subaffittuari e dai rappresentanti di ogni centinaio (o divisione sussidiaria della contea) e di ogni villaggio.
La procedura era quindi strettamente geografica, il materiale veniva raccolto per contee, centinaia e villaggi. Ma prima di essere inviato alla corte reale di Winchester, il materiale di ogni contea fu raggruppato sotto i nomi del re e dei suoi inquilini in capo, riconoscendo così la nuova concezione normanna di una società feudale basata sull’onore o sulla baronia, un complesso di proprietà che erano trattate come un’unità anche se non adiacenti.
Il volume I fornisce così, sotto il titolo di ogni contea, un elenco dei proprietari di terre, dal re al più umile inquilino in capo. I loro feudi sono descritti consecutivamente e consistono in lunghe liste di manieri, con i nomi dei loro proprietari nel 1066 e nel 1086, le loro dimensioni e capacità di aratura, il numero di lavoratori agricoli di vario tipo, i loro mulini, stagni e altre amenità, e infine il loro valore in sterline.
Per la maggior parte dei villaggi e delle città inglesi (ma non, purtroppo, Londra e Winchester, per le quali non sopravvivono documenti di Domesday), Domesday è il punto di partenza della loro storia. Per gli storici dell’Inghilterra anglo-normanna, l’indagine è di incommensurabile importanza.
Il Domesday Book è conservato presso i National Archives di Londra.