Questo articolo è stato contribuito da Leonardo Motta
L’Etere, o Etere luminifero, era l’ipotetica sostanza attraverso cui viaggiano le onde elettromagnetiche. Fu proposto dal filosofo greco Aristotele e utilizzato da diverse teorie ottiche per permettere la propagazione della luce, che si credeva impossibile nello spazio “vuoto”.
Si supponeva che l’etere riempisse tutto l’universo e fosse un quadro di riferimento stazionario, rigido alle onde elettromagnetiche ma completamente permeabile alla materia. Hooke avallò l’idea dell’esistenza dell’etere nella sua opera Micrographia (1665), e altri diversi filosofi del XVII secolo, tra cui Huygens, fecero lo stesso. All’epoca degli studi matematici di Maxwell sull’elettromagnetismo, l’etere era ancora considerato il mezzo di propagazione ed era intriso di proprietà fisiche come la permeabilità e la permittività.
Nel 1887, un esperimento cruciale fu eseguito da Michelson e Edward Morley nel tentativo di rilevare l’esistenza dell’etere. L’esperimento, chiamato esperimento Michelson-Morley in onore dei suoi autori, scioccò la comunità scientifica dando risultati che implicavano la non esistenza dell’etere. Questo risultato fu in seguito utilizzato da Einstein per confutare l’esistenza dell’etere e gli permise di sviluppare la relatività speciale senza questo vincolo artificiale (e inesistente).
Onda elettromagnetica, trascinamento dell’etere, esperimento Michelson-Morley, relatività speciale
Feynman, R. P.; Leighton, R. B.; e Sands, M. C h. 15 in The Feynman Lectures on Physics, Vol. 1. Redwood City, CA: Addison-Wesley, 1989.
Krauss, L. M. The Physics of Star Trek. New York: Harper-Collins, 1995.