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Il mostro dagli occhi verdi di Shakespeare

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Ci sono battute in diverse opere di Shakespeare sulla gelosia che è verde, ma è in Otello che ha reso famosa la descrizione.

Il passaggio di Otello sul mostro dagli occhi verdi viene ricordato non solo perché è una descrizione così meravigliosamente vivida e poetica, ma perché, nel suo contesto, è una manipolazione brutalmente efficace.

Iago sta dicendo a Otello di guardarsi dalla propria gelosia, anche se sappiamo che sta facendo di tutto per alimentarla.

O bada alla gelosia, mio signore.

La famosa battuta di Iago sulla gelosia è una verità poetica detta al pubblico. È anche un elemento narrativo. Sta facendo avanzare la trama manipolando Otello, che Iago sa che diventerà sempre più geloso quando gli verrà detto di diffidare del sentimento.

La battuta è anche una prefigurazione di dove la tragedia è diretta.

E’ il mostro dagli occhi verdi che si fa beffe della carne di cui si nutre.

Quando Iago ci propina questa battuta, ci ha già raccontato i dettagli del suo piano per far fuori Otello. Ci ha anche detto come lo farà!

Farà impazzire Otello di gelosia, e nel frattempo convincerà Otello che, in mezzo a tutti gli intrighi e i tradimenti che si svolgono intorno a lui, può sempre fidarsi del suo fedele amico Iago.

Un amico così fedele che lo avverte di stare attento alle proprie emozioni.

Osserva il mio signore dalla gelosia.

La frase è bella perché è vera. È ironica perché è un’affermazione vera pronunciata con un pretesto del tutto falso. Accresce l’ironia drammatica in atto nell’opera, rendendo il pubblico co-cospiratore nei piani di Iago.

Se il pubblico aveva qualche dubbio sulla natura di ciò che Iago stava facendo, è con questa battuta che ogni dubbio deve cadere. A questo punto dell’opera, è chiaro che tutta l’azione è manipolata da Iago, che lui è l’unico personaggio che conosce tutta la verità su ciò che sta accadendo, e che gli altri personaggi sono persi e confusi in mezzo alla raffica di bugie che sta scatenando su di loro.

Il pubblico è sia solidale con il personaggio del titolo, ma anche parte del complotto contro di lui. Si godono la salubrità di ciò che Iago sta facendo, le loro menti vengono provocate mentre decifrano molteplici strati di verità e bugie.

Come osservano uno dei più subdoli ed esperti manipolatori della letteratura all’opera.

Leggo questa frase di Shakespeare e penso a come i migliori manipolatori giocano su tutti i lati della menzogna. Penso a Hitler che ha mentito all’Inghilterra e alla Francia nell’accordo di Monaco, e che ha mentito anche alla sua stessa nazione quando ha inscenato una finta invasione polacca. Penso ai presidenti americani, da Truman a Nixon, che hanno mentito sulla portata e sulle attività della guerra del Vietnam, ognuno per i propri interessi politici, interessi politici che, da un presidente all’altro, si sono rivolti a diversi gruppi di interesse e agli opposti ideologici.

Penso a Enrico VIII che ha manipolato il corso della storia con bugie per sbarazzarsi delle mogli che trovava scomode. Penso al Cremlino che alimenta l’indignazione degli elettori americani da tutte le parti, usando botnet e troll pagati per amplificare le bugie sia di destra che di sinistra, i manipolatori non sono interessati tanto a spingere una bugia in particolare quanto a spingerle tutte insieme.

Shakespeare ha capito che un bugiardo efficace, uno che è disposto a sguazzare in profondità di falsità che metterebbero la maggior parte di noi troppo a disagio per funzionare, può distruggere la fiducia che permette la coesione sociale in qualsiasi gruppo.

Con Iago, Shakespeare ci ha mostrato come un bugiardo motivato possa avere un potere enorme, semplicemente per la forza distruttiva delle sue bugie.

Questo, Credo che sia questa la genialità di Shakespeare. Una singola frase che realizza più di quanto farebbero intere pagine nelle mani di autori minori.

Una frase così piena di significato che la ricordiamo, la studiamo e la veneriamo, secoli dopo.

“Attento, mio signore, alla gelosia;
è il mostro dagli occhi verdi che si fa beffe della carne di cui si nutre.”

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