In the nick of time
- Data e ora
- I proverbi di John Heywood
Qual è il significato della frase ‘In the nick of time’?
Just in time; al momento preciso.
Qual è l’origine della frase ‘In the nick of time’?
La lingua inglese ci dà la possibilità di essere ‘in’ molte cose – the doldrums, the offing, the pink; possiamo anche essere down in the dumps. Con tutte queste espressioni è abbastanza facile capire a cosa si riferiscono, ma cosa o dove è il ‘nick of time’? Può non essere immediatamente ovvio cosa sia il “nick of time”, ma sappiamo cosa significa essere in esso, cioè arrivare all’ultimo momento propizio. Prima del 16° secolo c’era un’altra espressione usata per trasmettere questo significato – ‘pudding time’. Questo si riferisce al fatto che il pudding era il primo piatto servito ai pasti medievali. Arrivare all’ora del pudding significava arrivare all’inizio del pasto, giusto in tempo per mangiare. Il pudding era quindi un piatto salato – una forma di salsiccia o haggis (vedi anche la prova è nel pudding). Il tempo del pudding è menzionato per la prima volta nella stampa nell’importante glossario di John Heywood A Dialogue conteinyng the nomber in effect of all the Prouerbes in the Englishe tongue, 1546:
This geare comth euen in puddyng time ryghtly.
Questo sembra un idioma perfettamente utile, quindi perché i Tudor lo hanno cambiato in “the nick of time”? La motivazione sembra essere il desiderio di esprimere un grado più fine di tempismo rispetto al vago “intorno all’inizio del pasto”. La tacca a cui ci si riferiva era una tacca o un piccolo taglio ed era sinonimo di precisione. Tali tacche erano usate sui bastoni del ‘conteggio’ per misurare o tenere il punteggio. Inoltre, durante il XVI secolo, pudding cominciò ad essere usato come nome di piatti dolci e di solito venivano serviti alla fine del pasto. Man mano che questa tendenza continuava, “pudding time”, usato per significare “a tempo debito”, aveva sempre meno senso.
Nota: le espressioni “tenere il punteggio” e “tenere il conto” derivano da questo e così anche “stock” e “share”, che si riferiscono alla divisione di tali bastoni (stock) lungo la loro lunghezza e alla condivisione delle due metà corrispondenti come record di un accordo.
Se oggi si dice che qualcuno è ‘in the nick’ gli inglesi si aspetterebbero di trovarlo in prigione, gli scozzesi lo immaginerebbero nella valle tra due colline e gli australiani lo immaginerebbero nudo. Per Shakespeare e i suoi contemporanei se qualcuno era ‘in (o at, o upon) the (very) nick’ era nel posto preciso al momento preciso. Gli orologi e le corde degli strumenti musicali erano regolati su precise tacche premarcate per mantenerli nel giusto ordine. Ben Jonson vi fa riferimento nella commedia Pans Anniversary, del 1637 circa:
Perché a questi è annesso un guardiano di orologi, una persona seria, come il Tempo stesso, che deve assicurarsi che tutti tengano il tempo a una tacca.
Arthur Golding ha dato quello che probabilmente è il primo esempio dell’uso di “nick” in questo contesto nella sua traduzione delle Metamorfosi di Ovidio, 1565:
Un’altra cosa chiara sopra il nicke:
The Ladie Semell great with childe by Jove as then was quicke.
Il ‘tempo’ in ‘the nick of time’ è piuttosto superfluo, poiché nick stesso si riferisce al tempo. Il primo esempio dell’uso della frase come la conosciamo oggi si trova in Arthur Day’s Festivals, 1615:
Anche in questo nicke di tempo, questo molto, molto istante.