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Le più antiche fotografie conosciute di un presidente degli Stati Uniti

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La prima fotografia di un presidente degli Stati Uniti seduto fu scattata a William Henry Harrison il 4 marzo 1841. Il nuovo esecutivo aveva appena pronunciato il suo discorso inaugurale – il discorso all’aperto ora ricordato (erroneamente) per avergli causato la polmonite che lo avrebbe ucciso – e si fermò, in seguito, per posare per un ritratto utilizzando la nuova tecnologia del dagherrotipo. Il ritratto inaugurale di Harrison è andato perduto nella storia, il che significa che la più antica fotografia sopravvissuta di un presidente americano ritrae un capo dell’esecutivo dopo la sua presidenza. Ci sono un paio di candidati per “più vecchio”. Ma sono, in ogni caso, rappresentazioni di John Quincy Adams, il sesto presidente, in carica dal 1825-1829.

Una è questa, un dagherrotipo a sesta lastra dell’ex presidente all’età di 76 anni:

Un’altra è questa, dello stesso uomo, scattata più o meno nello stesso periodo:

Wikimedia Commons

La seconda immagine sembra essere stata catturata nella casa di Adams a Quincy (ex Braintree), nel Massachusetts. Oltre a questo, e al fatto che è stata scattata da Philip Haas, non si sa molto della sua provenienza.

Si sa di più sulla prima immagine, però. Fu scattata durante un viaggio che il deputato ed ex presidente fece a New York per visitare non solo le cascate del Niagara, ma anche suo nipote e il suo buon amico Ezekiel Bacon. Fu un’escursione movimentata che includeva, oltre a quelle chiamate personali, un itinerario che si addiceva e insultava un ex capo dell’esecutivo: un viaggio in una scuola femminile (che fu “toccante”), una visita a un bambino “nano” (impatto non chiaro), e un incontro con un sasso che si conficcò nell’occhio del presidente Adams (“angoscia indicibile”).

Sappiamo tutto questo perché, fortunatamente, Adams teneva un diario dettagliato. Qui sotto c’è la sua voce del 1° agosto 1843, replicata per intero, in parte perché Adams è un narratore delizioso, emotivo e acerbo allo stesso tempo, e in parte perché il suo diario sottolinea quanto sembrasse trovare assolutamente banale l’attività di sedersi per le sue fotografie che avrebbero fatto la storia. (Le foto stesse, tuttavia, le considerava “orribili” e “troppo fedeli all’originale”). Sedersi per i dagherrotipi, secondo il racconto di Adams, era solo un’altra cosa che faceva durante il suo viaggio a New York, pieno di eventi. Un evento che vale circa lo stesso numero di parole della successiva visita di Adams a un undicenne soprannominato “Generale Pollicino”… e che vale molto, molto meno di quel fastidioso sassolino nell’occhio.

Ecco la voce, enfasi mia:

La mia prima visita questa mattina subito dopo la colazione è stata al Seminario Femminile dove sono stato presentato agli insegnanti e agli alunni riuniti e mi sono rivolto a nome dei fiduciari di quella istituzione dal signor Spencer, in un modo così toccante che ha fatto un bambino di me. Consisteva principalmente in estratti che egli lesse dalle lettere pubblicate di mia madre del 19 agosto 1774, a mio padre, e del giugno 1778, a me. Ho singhiozzato mentre leggeva, assolutamente incapace di reprimere la mia emozione. Oh, mia madre! C’è qualcosa sulla terra che mi colpisce tanto quanto il tuo nome, tanto prezioso quanto le tue istruzioni alla mia infanzia, tanto caro quanto il ricordo della tua vita? Risposi che non so cosa. I miei pensieri erano tutti su mia madre; il mio cuore era troppo pieno perché la mia testa potesse pensare e la mia presenza di spirito era sparita. Alla fine del suo discorso, il signor Spencer mi presentò, su richiesta delle signore, dodici numeri di una pubblicazione mensile dall’agosto 1842 al luglio 1843, chiamata “The Young Ladies’ Miscellany”, la produzione originale della Utica Female Academy.

Alle dieci il ricevimento ebbe luogo su un palco eretto di fronte alla Bleeker House, dove il signor Bacon si rivolse a me e mi diede il benvenuto in nome dei cittadini di Utica. Gli risposi in un discorso di circa mezz’ora, sufficientemente rallegrato per le mie speranze o desideri, ma di mortificante inanità per me stesso. Seguì la stretta di un centinaio di mani e mentre tornavo da Mr. Johnson, mi fermai e mi furono scattate quattro immagini dagherrotipiche della mia testa, due delle quali insieme alla testa di Mr. Poi una visita al nano C.F. Stratton, chiamato Generale Pollicino, undici anni, alto venticinque pollici, pesante quindici libbre, vestito in uniforme militare che imitava Napoleone.

A Little Falls fui indirizzato e accolto da Arphaxad Loomis, un ex membro del Ventiseiesimo Congresso, che riconobbi solo dopo aver risposto. Nella valle del Mohawk vedemmo la casa-fortezza di Sir William Johnson e quella del capo indiano Brant, che si diceva fosse suo figlio. Circa un’ora prima di arrivare a Schenectady, il vento sollevato dal rapido movimento della macchina depositò sulla palla del mio occhio sinistro, sotto la palpebra, un piccolo sasso dall’angolo appuntito, della cui entrata non ero cosciente quando accadde, ma che tormentò l’occhio fino alla tortura, produsse una notevole infiammazione e mi rese impossibile guardare in faccia coloro ai quali dovevo rivolgermi. A Schenectady era stata preparata una cena sontuosa per noi. Ero in un’angoscia indicibile. Mi ritirai in una stanza privata e lavai l’occhio con acqua fredda senza trovare sollievo. Il dottor Duane, che aveva osservato la mia sofferenza, mi seguì nella camera, esaminò l’occhio, scoprì il sassolino offensivo, lo pulì con l’angolo di un asciugamano, e io stavo bene.

Per noi – o almeno per me – la storia qui sono le fotografie. La prima tra tante! I pionieri, gli apripista! Per Adams, tuttavia, la storia non era enfaticamente le foto. Era il viaggio stesso – i ricordi che evocava, il dolore che causava, la gioia. Potrebbero interessarci le immagini di lui che sono emerse da New York, alcune delle prime rappresentazioni pienamente realistiche di un presidente americano. Potrebbe importarci che una copia di una di queste immagini sia saltata fuori in un negozio di antiquariato, dove è stata comprata per 50 centesimi. Potrebbe importarci che la stessa copia sia ora ospitata nella National Portrait Gallery sotto la cura dello Smithsonian. Adams aveva però preoccupazioni diverse, meno storiche, più umane. Non stava pensando alle nuove tecnologie. Le stava solo vivendo.

Via @danamira

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