Lingua araba, lingua semitica centro-meridionale parlata in una vasta area che comprende il Nord Africa, la maggior parte della penisola arabica e altre parti del Medio Oriente. (Vedi lingue afro-asiatiche.)
L’arabo è la lingua del Qurʾān (o Corano, il libro sacro dell’Islam) e la lingua religiosa di tutti i musulmani. L’arabo letterario, solitamente chiamato arabo classico, è essenzialmente la forma della lingua che si trova nel Corano, con alcune modifiche necessarie per il suo uso nei tempi moderni; è uniforme in tutto il mondo arabo. L’arabo colloquiale comprende numerosi dialetti parlati, alcuni dei quali sono reciprocamente incomprensibili. I principali gruppi di dialetti sono quelli di Arabia, Iraq, Siria, Egitto e Nord Africa. Con l’eccezione del dialetto dell’Algeria, tutti i dialetti arabi sono stati fortemente influenzati dalla lingua letteraria.
Il sistema sonoro dell’arabo è molto diverso da quello dell’inglese e delle altre lingue europee. Comprende un certo numero di suoni gutturali distintivi (fricative faringee e uvulari) e una serie di consonanti velarizzate (pronunciate con l’accompagnamento della costrizione della faringe e il sollevamento della parte posteriore della lingua). Ci sono tre vocali brevi e tre lunghe (/a/, /i/, /u/ e /ā/, /ī/, /ū/). Le parole arabe iniziano sempre con una sola consonante seguita da una vocale, e le vocali lunghe sono raramente seguite da più di una consonante. I gruppi contenenti più di due consonanti non si verificano nella lingua.
L’arabo mostra il più completo sviluppo della tipica struttura semitica delle parole. Una parola araba è composta da due parti: (1) la radice, che generalmente consiste di tre consonanti e fornisce il significato lessicale di base della parola, e (2) il modello, che consiste di vocali e dà significato grammaticale alla parola. Così, la radice /k-t-b/ combinata con il modello /-i-ā-/ dà kitāb ‘libro’, mentre la stessa radice combinata con il modello /-ā-i-/ dà kātib ‘uno che scrive’ o ‘impiegato’. La lingua fa anche uso di prefissi e suffissi, che agiscono come marcatori di soggetto, pronomi, preposizioni e l’articolo definito.
I verbi in arabo hanno una coniugazione regolare. Ci sono due tempi: il perfetto, formato dall’aggiunta di suffissi, che è spesso usato per esprimere il tempo passato; e l’imperfetto, formato dall’aggiunta di prefissi e talvolta contenente suffissi che indicano numero e genere, che è spesso usato per esprimere il tempo presente o futuro. Oltre ai due tempi, ci sono forme imperative, un participio attivo, un participio passivo e un sostantivo verbale. I verbi sono inflessi per tre persone, tre numeri (singolare, doppio, plurale) e due generi. Nell’arabo classico non c’è nessuna forma duale e nessuna differenziazione di genere nella prima persona, e i dialetti moderni hanno perso tutte le forme duali. La lingua classica ha anche forme per la voce passiva.
Ci sono tre casi (nominativo, genitivo e accusativo) nel sistema declinativo dei sostantivi in arabo classico; tuttavia, i sostantivi non sono più declinati nei dialetti moderni. I pronomi si presentano sia come suffissi che come parole indipendenti.