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Nel 1998, Andrew Wakefield e 12 dei suoi colleghi pubblicarono una serie di casi sul Lancet, che suggeriva che il vaccino contro morbillo, parotite e rosolia (MMR) può predisporre a regressione comportamentale e disturbo pervasivo dello sviluppo nei bambini. Nonostante la piccola dimensione del campione (n=12), il disegno non controllato, e la natura speculativa delle conclusioni, l’articolo ha ricevuto un’ampia pubblicità, e i tassi di vaccinazione MMR hanno cominciato a diminuire perché i genitori erano preoccupati per il rischio di autismo dopo la vaccinazione.

Quasi subito dopo, sono stati condotti e pubblicati studi epidemiologici che confutavano il presunto legame tra vaccinazione MMR e autismo. La logica che il vaccino MMR possa scatenare l’autismo fu messa in discussione anche perché un legame temporale tra i due è quasi predestinato: entrambi gli eventi, per disegno (vaccino MMR) o per definizione (autismo), si verificano nella prima infanzia.

L’episodio successivo della saga fu una breve ritrattazione dell’interpretazione dei dati originali da parte di 10 dei 12 coautori dell’articolo. Secondo la ritrattazione, “nessun legame causale è stato stabilito tra il vaccino MMR e l’autismo in quanto i dati erano insufficienti”. Questo fu accompagnato da un’ammissione da parte del Lancet che Wakefield et al. non avevano rivelato gli interessi finanziari (ad esempio, Wakefield era stato finanziato da avvocati che erano stati impegnati dai genitori in cause contro le aziende produttrici di vaccini). Tuttavia, il Lancet ha scagionato Wakefield e i suoi colleghi dalle accuse di violazioni etiche e di cattiva condotta scientifica.

Il Lancet ha ritrattato completamente l’articolo di Wakefield et al. nel febbraio 2010, ammettendo che diversi elementi dell’articolo erano errati, contrariamente ai risultati dell’indagine precedente. Wakefield et al. sono stati ritenuti colpevoli di violazioni etiche (avevano condotto indagini invasive sui bambini senza ottenere le necessarie autorizzazioni etiche) e di travisamento scientifico (hanno riferito che il loro campionamento era consecutivo quando, in realtà, era selettivo). Questa ritrattazione è stata pubblicata come un piccolo paragrafo anonimo nella rivista, a nome degli editori.

L’ultimo episodio della saga è la rivelazione che Wakefield et al. sono stati colpevoli di frode deliberata (hanno scelto i dati che si adattavano al loro caso; hanno falsificato i fatti). Il British Medical Journal ha pubblicato una serie di articoli sull’esposizione della frode, che sembra aver avuto luogo per un guadagno finanziario. È preoccupante che l’esposizione sia stata il risultato di un’indagine giornalistica, piuttosto che di una vigilanza accademica seguita dall’istituzione di misure correttive. I lettori potrebbero essere interessati ad apprendere che il giornalista sul caso Wakefield, Brian Deer, aveva precedentemente riportato la falsa implicazione del tiomersale (nei vaccini) nell’eziologia dell’autismo. Tuttavia, Deer non ha avuto un ruolo investigativo in quel rapporto.

I fallimenti sistematici che hanno permesso la frode Wakefield sono stati discussi da Opel et al.

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