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STYX

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Mitologia greca >> Divinità greche Dei >> Dei degli Inferi >> Divinità del fiume >> Stige

Nome greco

Στυξ

Traslitterazione

Styx

Scrittura latina

Styx

Traduzione

Odiato, Aborrito, Tetro (stygos)

STYX era la dea del fiume sotterraneo Styx e la maggiore delle Okeanidi (Oceanidi). Era anche lo spirito (daimon) personificazione dell’odio (stygos). Stige fu una ferma alleata di Zeus nelle guerre dei Titani, che portò i suoi figli Nike (Vittoria), Zelos (Rivalità), Bia (Forza) e Kratos (Cratto, Forza) per stare accanto al dio in battaglia. Zeus la ricompensò facendo del suo ruscello l’agente dei giuramenti che legavano gli dei.

Il fiume Stige era anche un corrosivo ruscello arcadico (Arcadia) che presumibilmente sgorgava dagli inferi.

Lo Stige fu talvolta identificato con diverse altre dee ctonie, tra cui Demetra Erinys la terra iraconda, le Eumenidi protettrici dei giuramenti, e Nyx l’oscurità della notte.

FAMIGLIA DI STYX

PARENTI

OFFSPRING

ENCYCLOPEDIA

Fonte: Dictionary of Greek and Roman Biography and Mythology.

CLASSICAL LITERATURE QUOTES

PARENTAGE OF STYX

Esiodo, Theogony 346 ff (trans. Evelyn-White) (Greek epic C8th or C7th B.C.) :
“She brought forth also a race apart of daughters . . . Essi sono . . . Amphiro e Okyroe, e Styx, che tra tutti loro ha la più grande eminenza. Ora queste sono le più grandi delle figlie che sono nate da Teti e Okeanos (Oceano), ma ce ne sono molte altre oltre a queste.”

Pausania, Descrizione della Grecia 8. 17. 6 (trans. Jones) (diario di viaggio greco del II sec. d.C.) :
“Esiodo parla dell’esistenza dello Stige nella sua Teogonia . . . e nel poema rende Stige la figlia di Okeanos (Oceano) e la moglie di Pallade. Si suppone che Linos abbia scritto qualcosa di simile . . . Anche Epimenide il cretese ha reso Stige figlia di Okeanos, ma invece di farla accoppiare con Pallade la rende madre di Ekhidna (Echidna) di Peiras, chiunque fosse Peiras.”

STIX, i suoi figli & LA GUERRA DEI TITANI

Esiodo, Teogonia 383 ss (trad. Evelyn-White) (epica greca del C8 o C7 a.C.) :
“E Stige, figlia di Okeanos (Oceanus), innamorata di Pallade, partorì nelle loro sale Zelos (Zelus, Rivalità), e Nike (Vittoria), e anche Kratos (Cratus, Forza) e Bia (Forza), che sono i suoi figli cospicui, e questi non hanno casa che non sia la casa di Zeus, nessun luogo di riposo o strada, tranne dove quel dio li ha guidati, ma sempre sono ospitati da Zeus del tuono pesante. Perché questa fu la volontà di Stige, l’Okeanis (Oceanide), che non muore mai, il giorno in cui Olimpo. . convocò tutti gli dei immortali all’alto Olimpo e disse che ogni dio che avesse combattuto dalla sua parte con i Titani non avrebbe mai dovuto essere battuto dal suo privilegio, ma ognuno avrebbe dovuto mantenere la posizione che aveva prima tra gli immortali, disse anche che il dio che sotto Crono era andato senza posizione o privilegio avrebbe dovuto sotto di lui essere elevato a questi, secondo giustizia. E Stige l’imperitura fu la prima a venire a Olimpo portando i suoi figli, come le aveva consigliato il suo stesso padre. Zeus le diede una posizione, e le fece anche grandi doni, perché stabilì che fosse il giuramento degli immortali, e che i suoi figli per tutti i loro giorni vivessero nella sua casa.”

Pseudo-Apollodoro, Bibliotheca 1. 9 (trans. Aldrich) (mitografo greco C2° d.C.) :
“Nike, Kratos (Cratus), Zelos (Zelus), e Bia nacquero da Pallas e Styx. Zeus istituì un giuramento da giurare sulle acque di Stige che scorrevano da una roccia nel regno di Haides, un onore concesso in cambio dell’aiuto che lei e i suoi figli gli diedero contro i Titani.”

Lycophron, Alexandra 697 ff (trans. Mair) (poeta greco C3rd B.C.) :
“Ruscello dello Stige nero, dove Termeios fece la sede del giuramento per gli immortali, attingendo l’acqua in bacini d’oro per le libagioni, quando stava per andare contro i Giganti e i Titani.”

Ovidio, Fasti 3. 793 ff (trans.Boyle) (poesia romana da C1 a.C. a C1 d.C.) :
“Saturno fu cacciato dal suo regno da Giove. Con rabbia egli incita i potenti Titani alle armi e cerca l’assistenza dovuta dal destino. C’era un mostro sconvolgente nato dalla madre Terra, un toro, la cui metà posteriore era un serpente. Stige ruggente lo imprigionò, avvertito dalle tre Parche, in un boschetto nero con un triplo muro. Chi alimentava le viscere del toro alle fiamme consumanti era destinato a sconfiggere gli dei eterni. Briareo lo uccide con un’ascia adamantina e si prepara a dare in pasto alle fiamme le sue interiora. Giove ordina agli uccelli di afferrarle; l’aquilone le portò da lui.”

STYX GIOCATORE DI PERSEPHONE

Styx era uno degli Okeanidi (Oceanidi) che stavano giocando con Persefone in un prato fiorito quando lei fu catturata e portata agli inferi da Haides.

Inno omerico 2 a Demetra 415 ff (trans. Evelyn-White) (epica greca del VII o VI secolo a.C.) :
” Tutti noi stavamo giocando in un bel prato, Leukippe (Leucippe) e Phaino (Phaeno) e Elektra (Electra) e Ianthe, Melita anche e Iakhe (Iache) con Rhodea e Kallirhoe (Callirhoe) e Melobosis e Tykhe (Tyche) e Okyrhoe (Ocyrhoe), bella come un fiore, Khryseis (Criseide), Ianeira, Akaste (Acaste) e Admete e Rhodope e Plouto (Pluto) e l’affascinante Kalypso (Calipso); Anche Stige era lì e Ourania (Urania) e la bella Galaxaura con Pallade che scatena le battaglie e Artemide che si diletta con le frecce: Noi giocavamo e raccoglievamo dolci fiori nelle nostre mani, morbidi crochi mescolati a iris e giacinti, e rose e gigli, meravigliosi da vedere, e il narciso che la vasta terra faceva crescere giallo come un croco.”

Dea del fiume STYX

Esiodo, Teogonia 775 e segg. (trad. Evelyn-White) (epica greca del VIII o VII secolo a.C.) :
“E c’è una dea odiata anche dagli immortali: il temuto Stige, figlia primogenita di Okeanos (Oceano), che rifluisce su se stesso, e a parte gli dei vive nel suo famoso palazzo che è coperto da rocce torreggianti, e l’intero circuito è sostenuto da colonne d’argento, e spinge il cielo; e raramente . . . Iris (l’Arcobaleno), viene con un messaggio attraverso i larghi crinali del mare, quelle volte in cui tra gli immortali iniziano dispute e litigi, e qualcuno di quelli che hanno le loro case su Olympos sta mentendo, e Zeus manda Iris a portare l’acqua plurisecolare su cui gli dei fanno il loro grande giuramento… Tale giuramento gli dei hanno fatto sull’acqua imperitura e primordiale dello Stige; ed essa scende attraverso il paese frastagliato.”

Statius, Thebaid 8. 21 ff :
“Il signore di Erebus, in trono in mezzo alla fortezza del suo doloroso regno, chiedeva ai suoi sudditi le malefatte delle loro vite, non avendo pietà di nulla di umano, ma si accanisce contro tutti i Manes (Shades). Intorno a lui stanno le Furiae (Furie) e varie Mortes (Morti) nell’ordine dovuto, e la selvaggia Poena (Vendetta) spinge fuori le sue spire di catene tintinnanti; le Fatae (Parche) portano le Animas (Anime) e con un gesto le dannano; troppo pesante cresce il lavoro. Nelle vicinanze, Minosse, con il suo temibile fratello in atteggiamento benevolo, consiglia una giustizia più mite e trattiene il re sanguinario; Cocito e Phelgethon, gonfi di lacrime e fuoco, aiutano nel giudizio, e Stige accusa gli dei di falsa testimonianza.”

IL FIUME SOTTERRANEO STYX

Esiodo, Teogonia 775 e segg. (trad. Evelyn-White) (epica greca C8 o C7 a.C.) :
“Quell’acqua fredda che gocciola giù da una ripida scogliera che si arrampica sul cielo, ed è un corno della corrente di Okeanos (Oceanus), e viaggia fuori da quel fiume sacro un grande corso attraverso il nero della notte sotto la terra a largo raggio e quest’acqua è una decima parte di tutto, perché in nove anse di acque argentate e vorticose, intorno alla terra e alle ampie creste del mare precipita nell’acqua salata, ma questa corrente, con grande irritazione degli dei, scorre fuori dal precipizio. . l’acqua imperitura e primordiale dello Stige; e si getta giù per il paese frastagliato.”

Homer, Odissea 10. 513 (trad. Shewring) (epica greca del 8° secolo a.C.) :
” “Abbandonate il vascello accanto a Okeanos (Oceanus) e passate a piedi ai domini umidi di Haides. Lì, all’entrata, il torrente di Akheron (Acheron) è unito dalle acque di Pyriphlegethon e da un ramo di Styx, Kokytos (Cocytus).'”

Plato, Phaedo 112e ff (trans. Fowler) (filosofo greco C4th a.C.) :
” i corsi d’acqua sono molti e grandi e di tutti i tipi, ma tra i molti sono quattro corsi d’acqua, il più grande e più esterno dei quali è quello chiamato Okeanos (Oceanus), che scorre in cerchio, e di fronte a questo, che scorre in direzione opposta, è Akheron (Acheron), che scorre attraverso vari luoghi desertici e, passando sotto la terra, arriva al lago Akherousian (Acherusian) . . . Il terzo fiume sgorga tra questi due. . . Di fronte a questo il quarto fiume esce, si dice, prima in un luogo selvaggio e terribile, che è tutto di un colore blu scuro, come lapislazzuli. Questo è chiamato Stygios (fiume Stygian), e il lago che forma scorrendo è lo Styx. E quando il fiume è fluito qui e ha ricevuto poteri spaventosi nelle sue acque, passa sotto la terra e, girando intorno nella direzione opposta a quella di Pyriphlegethon, lo incontra venendo dall’altra parte nel lago Akherousian. E l’acqua di questo fiume non si mescola con nessun’altra acqua, ma anche questa passa in cerchio e cade nel Tartaro di fronte a Piriflegetonte. E il nome di questo fiume, come dicono i poeti, è Kokytos (Cocito).”

Plato, Repubblica 387c (trad. Shorey) :
“Se devono essere coraggiosi, non dobbiamo estendere la nostra prescrizione per includere anche i detti che li renderanno meno propensi a temere la morte? O credi che qualcuno possa mai diventare coraggioso se ha questo timore nel suo cuore? . . . Allora dobbiamo ulteriormente tabù in questi argomenti l’intero vocabolario del terrore e della paura, Kokytos (Cocito) chiamato del lamento forte, aborrito Stige, il diluvio dell’odio mortale, il popolo della fossa infernale e dell’ossario, e tutti gli altri termini di questo tipo, i cui soli nomi mandano un brivido attraverso tutti gli ascoltatori ogni anno.”

Strabo, Geografia 14. 2. 7 (trad. Jones). 2. 7 (trans. Jones) (geografo greco dal C1° a.C. al C1° d.C.) :
“Nei tempi precedenti Rodi era chiamata . . . Telkhinis (Telchinis), dal nome dei Telkhines (Telchines), che presero la loro dimora nell’isola. Alcuni dicono che i Telchini sono ‘maligni’ e ‘stregoni’, che versano l’acqua dello Stige mista a zolfo su animali e piante per distruggerli.”

Quinto Smirne, La caduta di Troia 5. 520 ff (trans. Way) (epica greca C4th A.D.) :
“passò quindi rapidamente al fiume Styx dalle pareti di roccia dove abitano le Erinni alate, che ancora visitano con tormenti gli uomini smodati.”

Ovidio, Metamorfosi 4. 433 :
“C’è un sentiero in discesa in una penombra crepuscolare di tassi mortali; esso conduce attraverso pendii silenziosi verso gli Inferni, dove il pigro Stige esala i suoi vapori nebbiosi. Per quella via scendono nuove Umbrae (fantasmi), i morti debitamente sepolti.”

Ovidio, Metamorfosi 10. 72 :
“Desiderava, implorava, invano di poter attraversare una seconda volta la corrente dello Stige. Il traghettatore lo respinse. Anche così per sette giorni si sedette sulla riva, trasandato e digiuno, l’angoscia, il dolore e le lacrime il suo nutrimento, e maledisse la crudeltà di Erebus.”

Ovidio, Metamorfosi 11. 500 :
“Onde nere come quelle di Stygia.”

Ovidio, Metamorfosi 14. 593 :
“Una volta è sufficiente per aver visto l’amaro regno dell’Inferno, una volta per aver attraversato la corrente dello Stige.”

Virgilio, Eneide 6. 323 ff (trans. Day-Lewis) (epica romana C1 a.C.) :
” ‘Quello che vedi è la mera di Cocito, la palude stigia dal cui mistero anche gli dei, avendo giurato, hanno paura di essere disobbediti. Tutta questa folla che vedi sono gli indifesi, i non sepolti: quel traghettatore è Caronte: quelli che lui converte hanno avuto sepoltura. Nessuno può essere portato da una sponda all’altra di quel fiume dalla voce aspra finché le sue ossa non siano state sepolte.””

Virgilio, Eneide 6. 439 e segg.:
“Quell’amorosa palude con le sue acque fosche li recinta, i nove anelli dello Stige li recintano.”

Virgilio, Georgiche 4. 471 e segg. (trad. Fairclough) (Roma bucolica C1° a.C.) :
“Dai regni più bassi di Erebeus vennero le ombre insostanziali, i fantasmi di coloro che giacciono nelle tenebre . . . intorno a loro ci sono il nero fango e le sgradevoli canne del Cocito, l’amaro mere che li incatena con la sua acqua limacciosa, e lo Stige che li tiene stretti in questo cerchio di nove volte.”

Seneca, Hercules Furens 709 e seguenti:
“C’è un luogo nell’oscuro recesso del Tartaro, che una pesante coltre di dense nebbie avvolge. Da qui scorrono da un’unica fonte due corsi d’acqua, diversi: uno, un fiume placido (da questo gli dei cercano), con una corrente silenziosa porta sul sacro Stige; l’altro con potente ruggito si precipita ferocemente, rotolando giù rocce nella sua piena, Acheronte, che non può essere attraversato. La sala reale di Dis si trova di fronte, circondata da un doppio fossato.”

Seneca, Hercules Furens 762 ff:
“Una roccia funerea sovrasta le rive pigre, dove le onde sono lente e il mero sordo è intorpidito. Questo ruscello è curato da un vecchio, vestito con un abito ripugnante e alla vista ripugnante, e traghetta sopra le ombre tremolanti. … cercando le più lontane torbiere della palude stigia, il lavoro di Lerna immerge in profondità le sue teste fertili.”

Seneca, Medea 804 e seguenti:
“A te è brandito il lugubre ramo della corrente stigia.”

Seneca, Edipo 160:
” Hanno rotto le sbarre dell’abissale Erebo, la folla delle sorelle con la torcia tartarea, e Flegethon, cambiando il suo corso, ha mescolato lo Stige con i nostri torrenti sidoniani. Mors oscuro (Morte), la morte spalanca le sue fauci avide e spalancate.”

Statius, Thebaid 4. 291 ff :
“Pheneos, creduto di mandare giù Styx verso la bruna Dis.”

Statius, Thebaid 4. 520 ff :
“Il vuoto elisi è spalancato, le ampie ombre della regione nascosta sono strappate, i boschetti e i fiumi neri sono chiari alla vista, e l’Acheronte erutta fango rumoroso. Il fumoso Flegethon fa rotolare giù i suoi torrenti di torbida fiamma, e lo Stige interfluente pone una barriera ai fantasmi travolti.”

Statius, Achilleid 1. 134 ss:
“Porto mio figlio giù nel vuoto del Tartaro, e lo immergo una seconda volta nelle sorgenti di Stige.”

Statius, Achilleid 1. 268 ss:
“Alla tua nascita ti ho fortificato con le severe acque di Stige.”

Statius, Achilleid 1. 478 ff :
“Chi altro ha preso una Nereis essere furtivo attraverso le acque Stygian e rendere le sue belle membra impenetrabili all’acciaio?”

STYX COME SINONIMO DI HAIDES

I poeti latini, specialmente usano il termine Stygia (dello Styx) come sinonimo di Haides. Vedi anche alcune delle altre citazioni in questa pagina.

Seneca, Hercules Furens 452 ff :
“Oh, che tu possa superare le leggi del crudele Stige, e le implacabili conocchie della Parcae.”

Seneca, Hercules Furens 1131 :
“Andate al rifugio della Stigia, andate, innocue ombre.”

Seneca, Medea 632 :
“Venne al familiare Stige e al Tartaro, per non tornare mai più.”

Seneca, Edipo 395 ss:
” ‘Dobbiamo dissigillare la terra, dobbiamo implorare l’implacabile divinità di Dis, dobbiamo trarre qui il popolo dell’infernale Stige. . . Mentre noi sciogliamo le sbarre dell’abissale Stige, risuoni l’inno del popolo”.”

Seneca, Fedra 147 ss:
“Supponiamo che Teseo sia davvero trattenuto, nascosto nelle profondità del Letizio, e debba soffrire eternamente la Stigia.”

Seneca, Fedra 625 ff :
“Il signore del regno che tiene in fretta e dello Stige silenzioso non ha fatto strada verso il mondo superiore una volta lasciato.”

Seneca, Fedra 1149 :
“Teseo guarda il cielo e il mondo superiore ed è fuggito dalle piscine della Stigia.”

Seneca, Troade 430 e seguenti:
“Le sbarre della Stigia profonda e le sue oscure caverne sono aperte e, per timore che il terrore possa mancare al nostro rovesciamento, i nostri nemici sepolti escono dal più basso Dis.”

Seneca, Troade 519 e segg.:
“Sbadiglio profondo, o terra, e tu, mio sposo, costringi la terra in affitto nelle sue caverne più basse e nascondi la carica che ti do nel profondo seno dello Stige.”

IL FIUME ARCADIANO STYX

Esiodo, Teogonia 775 ss. (trad. Evelyn-White) (epica greca C8 o C7 a.C.) :
“Quell’acqua fredda che gocciola giù da una ripida scogliera che si arrampica sul cielo, ed è un corno della corrente di Okeanos (Oceanus), e viaggia fuori da quel fiume sacro un grande corso attraverso il nero della notte sotto la terra a largo raggio e quest’acqua è una decima parte di tutto, perché in nove anse di acque argentate e vorticose, intorno alla terra e alle ampie creste del mare egli precipita nell’acqua salata, ma questa corrente, molto irritante per gli dei, scorre fuori dal precipizio . . l’acqua imperitura e primordiale dello Stige; e si getta giù per il paese frastagliato.”

Herodoto, Storie 6. 74. 1 (trans. Godley) (storico greco del V secolo a.C.) :
“Più tardi si seppe dell’infido complotto di Kleomenes (Cleomenes) contro Demaratos; fu preso dalla paura degli Spartani e fuggì segretamente in Tessaglia (Thessaly). Da lì giunse in Arcadia (Arcadia) e suscitò il disordine, unendo gli Arcadi contro Sparta; tra i suoi metodi per legarli con il giuramento a seguirlo ovunque lo conducesse, c’era il suo zelo di portare i capi dell’Arcadia alla città di Nonakris e farli giurare sull’acqua dello Stige. Vicino a questa città si dice che ci sia l’acqua arcadica dello Stige, e questa è la sua natura: è un ruscello di piccolo aspetto, che cade da una rupe in una piscina; un muro di pietre corre intorno alla piscina. Nonakris, dove sorge questa sorgente, è una città dell’Arcadia vicino a Feneo.”

Pausania, Descrizione della Grecia 8. 17. 6 – 8 (trad. Jones) (diario di viaggio greco del II sec. d.C.) :
“Viaggiando verso ovest da Feneo nel sole che tramonta . . . la strada a destra ti porta a Nonakris (Nonacris) e ai corsi d’acqua dello Stige . . . Non lontano da queste rovine c’è un’alta rupe. Non ho mai visto una parete di roccia così alta; l’acqua cade a picco su di essa, e questo è il torrente che i greci chiamano Stige… Fu in particolare Omero che introdusse il nome di Stige nella poesia; nel giuramento di Era scrive: ‘Testimone di questa terra, testimone di questo cielo e dell’acqua che cade dallo Stige’. Sembra che abbia scritto questo in allusione alla cascata dello Stige, e nella lista del reggimento di Gouneus ha il fiume Titaressos che attinge la sua acqua dallo Stige. Lo fa anche scorrere nell’Ade: . . . Il torrente che cade dalla rupe di Nonakris cade prima di tutto su un’alta roccia e giù attraverso la roccia nel fiume Krathis (Crathis), e la sua acqua è la morte per gli uomini e per tutti gli animali. Si dice che un tempo portasse la morte alle capre che per prime assaggiarono la sua acqua, e col passare del tempo si conobbero altre sue straordinarie qualità. L’acqua del Syx dissolve il vetro e il cristallo e l’agata e tutti gli oggetti di pietra conosciuti dall’uomo, anche i vasi di ceramica. L’acqua corrompe il corno e l’osso, il ferro e il bronzo, e persino il piombo e lo stagno e l’argento e la lega di argento e oro… l’unica cosa in grado di resistere al fiume Stige è lo zoccolo di un cavallo, che trattiene l’acqua che vi si versa e non ne viene distrutto. Non so se quest’acqua fu il veleno che uccise Alessandro figlio di Filippo, ma l’ho certamente sentito dire.”

Aeliano, Sugli animali 10. 40 (trans. Scholfield) (storia naturale greca del II sec. d.C.) :
“In Skythia (Scizia) ci sono Asini con corna, e queste corna tengono l’acqua del fiume di Arkadia (Arcadia) conosciuto come Stige; tutti gli altri vasi l’acqua li taglia, anche se sono fatti di ferro.Ora uno di questi corni, dicono, fu portato da Sopatros ad Alexandros (Alessandro) di Makedon (Macedonia), e apprendo che egli nella sua ammirazione mise il corno come offerta votiva al dio Pitico a Delphoi (Delfi), con questa iscrizione sotto di esso: In tuo onore, Paian (Paean) (Dio della guarigione), Alexandros di Makedon mise in piedi questo corno da un asino Skythian, un pezzo meraviglioso, che non fu sottomesso dalla corrente incontaminata dello Stige louseano ma resistette alla forza della sua acqua.Fu Demetra a far sgorgare quest’acqua nelle vicinanze di Feneo.”

Tolomeo Efestione, Nuova Storia Libro 3 (riassunto da Fozio, Myriobiblon 190) (trans. Pearse) (mitografo greco da C1° a C2° d.C.) :
“Hyllos (Hyllus) figlio di Eracle; aveva un piccolo corno sul lato destro della faccia ed Epopeo di Sikyon (Sicyon) se ne impadronì dopo aver ucciso Hyllos in un singolo combattimento; lo riempì di acqua dello Stige e divenne re del paese.”

Tolomeo Efestione, Nuova Storia Bk3 (riassunto da Fozio, Myriobiblon 190):
“Riguardo all’acqua dello Stige in Arcadia (Arcadia) racconta quanto segue: mentre Demetra era in lutto per sua figlia, Poseidone si intromise nel suo dolore e lei con rabbia si trasformò in una giumenta; arrivò a una fontana in questa forma e detestandola rese l’acqua nera.”

Apuleio, L’asino d’oro 6. 13 ff (trans. Walsh) (Roman novel C2nd A.D.):
“Venere si accigliò pesantemente, sorrise duramente, e disse: ‘So bene che anche questo è opera di quell’adultero. Ma no, ti metterò alla prova sul serio, per vedere se sei davvero dotato di uno spirito coraggioso e di una circospezione unica. Vedi quell’alto picco montuoso, appollaiato sopra una rupe vertiginosamente alta, da cui scendono le acque livide di una fonte oscura, che, racchiuse nel bacino della valle vicina, bagnano le paludi dello Stige e alimentano i ruscelli rochi del Cocito? Voglio che ti sbrighi a riportarmi in questa piccola brocca un po’ d’acqua gelida presa dal punto più alto del torrente, dove sgorga dall’interno.”
Dando a Psiche un recipiente a forma di cristallo, sostenne questa istruzione con minacce ancora più dure.Psiche si diresse verso la vetta più alta con passo rapido e impaziente, perché lì era determinata almeno a porre fine alla sua intollerabile esistenza. Ma nel momento in cui si avvicinò alle vicinanze della catena montuosa specificata, si rese conto della difficoltà letale posta dal suo arduo compito. Una roccia di enormi dimensioni torreggiava sopra di lei, difficile da superare e infida a causa della sua superficie accidentata. Dalle sue fauci pietrose eruttava acque ripugnanti che uscivano direttamente da una spaccatura verticale. Il torrente scivolava verso il basso e, nascosto nel corso dello stretto canale che aveva scavato, si faceva strada di nascosto in una valle vicina. Dalle rocce cave a destra e a sinistra uscivano serpenti feroci che allungavano i loro lunghi colli, gli occhi fissi che vegliavano incessantemente. Le stesse acque formavano un’ulteriore difesa, perché avevano il potere della parola, e di tanto in tanto gridavano: “Sparisci!” o “Attento a quello che fai!”, o “A che gioco stai giocando? Attento!”, o “Taglia e scappa!”, o “Non ce la farai! La disperazione della situazione trasformò Psiche in pietra. Era fisicamente presente, ma i suoi sensi la abbandonavano. Era completamente abbattuta dal peso del pericolo ineluttabile; non poteva nemmeno evocare l’ultima consolazione delle lacrime.
Ma le privazioni di quest’anima innocente non sfuggirono allo sguardo fisso della benevola Providentia (Provvidenza). Improvvisamente il più alto uccello reale di Giove apparve con entrambe le ali spiegate . . . davanti allo sguardo della ragazza, e irruppe nel discorso: “Tu sei in tutto e per tutto un’anima ingenua senza esperienza in cose come questa, quindi come puoi sperare di essere in grado di rubare la più piccola goccia da questo torrente più sacro e ostile, o anche applicare la tua mano ad esso? In ogni caso, come sai, si dice che queste acque stigia siano oggetto di timore per gli dei e per Giove stesso, che come voi mortali giurate sul potere divino degli dei, così quegli dei giurano spesso sulla maestà dello Stige. Perciò ecco, passami quella tua brocca”. Subito l’afferrò e si affrettò a riempirla d’acqua. Bilanciando il peso delle sue ali cadenti, le usò come remi a destra e a sinistra per dirigere la rotta tra le fauci dei serpenti con i loro denti minacciosi e il triplo dardo della loro lingua. Raccolse un po’ d’acqua di fronte alla sua riluttanza e al suo avvertimento di allontanarsi prima di subire un danno; affermò falsamente che Venere gli aveva ordinato di raccoglierla e che lui agiva al suo servizio, il che gli rese un po’ più facile l’avvicinamento.Così Psiche prese con gioia la brocca piena e si affrettò a restituirla a Venere.”

IL FIUME TESSALIANO TITARESSO

Come il torrente arcadico dello Stige, il fiume tessalico Titaressos (Titaressus) fu detto essere rotto dalle acque del fiume degli inferi.

Homer, Iliad 2. 751 ss. (trad. Lattimore) (epica greca dell’VIII a.C.) :
“Titaressos (Titaressus), che in Peneios (Peneo) getta la sua corrente luminosa; tuttavia non si mescola ai vortici d’argento di Peneios, ma come olio viene fatto galleggiare sulla superficie sopra di lui: poiché è rotto dalle acque di Stige, il temibile fiume dei giuramenti.”

Il giuramento dello Stige

Esiodo, Teogonia 775 ss (trans. Evelyn-White) (epica greca C8 o C7 a.C.) :
“E c’è una dea odiata anche dagli immortali: il temuto Stige, figlia maggiore di Okeanos (Oceano), che rifluisce su se stesso, e oltre agli dei vive nel suo famoso palazzo che è coperto di rocce torreggianti, e tutto il circuito è sostenuto da colonne d’argento, e spinge il cielo; e raramente . . . Iris (l’Arcobaleno), si fa strada con un messaggio attraverso i larghi crinali del mare, quelle volte in cui tra gli immortali iniziano dispute e litigi, e qualcuno di quelli che hanno le loro case su Olympos giace, e Zeus manda Iris a portare l’acqua plurisecolare su cui gli dei fanno il loro grande giuramento, quindi, in una brocca d’oro, quella fredda acqua che gocciola giù da un ripido pendio del cielo, ed è un corno del torrente Okeanos, e si allontana da quel fiume sacro per un grande corso attraverso il nero della notte sotto la terra spalancata e quest’acqua è una decima parte di tutto, perché in nove anse di acque argentate e vorticose, intorno alla terra e alle ampie creste del mare precipita nell’acqua salata, ma questo torrente, con grande fastidio degli dei, scorre via dal precipizio.
E chi tra gli dei, che custodiscono le cime del nevoso Olimpo, versa quest’acqua, e giura su di essa, e viene perdonato, viene steso a terra, e non respira, fino al compimento di un anno; né questo dio viene lasciato avvicinare all’ambrosia e al nettare per mangiare, ma senza voce in sé, e senza respiro, viene steso a terra, su un letto fatto, e il coma maligno lo ricopre. Ma quando, nel corso di un grande anno, ha superato la sua malattia, segue in successione un’altra prova, ancora più dura: per nove anni è tagliato fuori da ogni parte degli dei eterni, non ha nulla a che fare con i loro consigli, le loro feste per nove anni interi, ma nel decimo si mescola di nuovo alle assemblee degli dei che hanno le loro case su Olympos. Tale giuramento gli dèi hanno fatto dell’acqua imperitura e primordiale dello Stige; ed essa scende attraverso il paese frastagliato.”

Homer, Iliade 2. 751 ff (trans. Lattimore) (epica greca C8 a.C.) :
“L’acqua dello Stige, il temibile fiume dei giuramenti.”

Homer, Iliade 14. 271 :
” ‘Vieni dunque! Giuramelo sull’acqua ineluttabile di Stige. Con una mano prendi la terra che prospera, con l’altra prendi il mare salato che brilla, affinché tutti gli dei che si riuniscono intorno a Crono ci siano testimoni”.

Homer, Iliade 15. 35 :
” ‘Ora Gaia (Gea, Terra) sia mia testimone in questo, e largo Ouranos (Urano, Cielo) sopra di noi, e l’acqua gocciolante dello Stige, il quale giuramento è il più grande e formidabile giuramento tra gli immortali benedetti.'”

Inno omerico 4 a Ermete 517 ss:
” ‘Ora, se solo mi facessi il grande giuramento degli dei, o con un cenno del capo, o con l’acqua potente dello Stige.'”

Lycophron, Alexandra 697 ss (trans. Mair) (poeta greco del III secolo a.C.) :
“Le acque di Kokytos (Cocito) selvagge e scure, torrente del nero Stige, dove Termeius fece la sede del giuramento per gli immortali, attingendo l’acqua in bacini d’oro per le libagioni, quando stava per andare contro i Giganti e i Titani – egli offrirà un dono a Daeira e alla sua consorte, fissando il suo elmo alla testa di una colonna.”

Virgilio, Eneide 9. 82 ss. 82 ff :
“Così parlò Giove, e poi presso la corrente del suo fratello Stygian, le rive dove la pece bollente scorre in nero vortice, fece un cenno, confermando la sua promessa: il cenno fece tremare tutto l’Olimpo.”

Ovidio, Metamorfosi 1. 188 ff (trans. Melville) (epica romana dal C1 a.C. al C1 d.C.) :
” “La razza mortale deve essere distrutta. Per quella corrente oscura giuro, che scivola sotto il mondo attraverso le radure di Stygia (Inferno), tutto è stato provato e, quando nessuna cura vale, giustamente il coltello è usato per non diffondere la malattia e l’infezione disegnare ciò che è ancora sano.'”

Ovidio, Metamorfosi 1. 736 :
“Giove pregò Giunone, gettandole le braccia al collo, di porre finalmente fine alla punizione. “Metti da parte la paura; mai più”, giurò, “Io ti darà motivo di afflizione”, e incaricò gli stagni di Stygia di attestare il suo giuramento.”

Ovidio, Metamorfosi 1. 186 :
” ‘Per quell’oscuro torrente giuro, che scivola sotto il mondo attraverso le radure dell’Inferno'”.

Ovidio, Metamorfosi 2. 46 & 201 (trans. Melville) (epopea romana dal C1 a.C. al C1 d.C.) :
” “Ben meriti di essere mio figlio”, disse, “Veramente tua madre ha nominato la tua stirpe; e per dissipare ogni dubbio, chiedi ciò che vuoi che io possa soddisfare il desiderio del tuo cuore; e quella palude oscura con cui gli dei fanno giuramento, anche se ai miei occhi sconosciuta, sigillerà la mia promessa”. Aveva appena finito quando il ragazzo dichiarò il suo desiderio – il carro di suo padre per un giorno con la licenza di controllare i destrieri impennati . . . ‘Per Stygia ho giurato e non rifiuterò, qualunque sia la tua scelta: ma oh, scegli più saggiamente! Così avvertì Sol.”

Ovidio, Metamorfosi 3. 272 :
“La ragazza . inconsapevolmente, chiese a Giove una grazia senza nome. Scegli quello che vuoi”, rispose il dio, “Non c’è nulla che io rifiuti; e se tu dovessi dubitare, il Potere dell’impetuosa Stigia sarà il mio testimone, la divinità che tutti gli dei tengono in soggezione”.”

Seneca, Troades 390 ff :
“Non esiste più colui che ha raggiunto lo stagno in cui giurano gli alti dei.”

Apuleio, L’asino d’oro 6. 13 ff (trans. Walsh) (Roman novel C2nd A.D.) :
“Queste acque stigia sono oggetto di timore per gli dei e per Giove stesso, che come voi mortali giurate sulla potenza divina degli dei, così quegli dei giurano spesso sulla maestà dello Stige.”

FONTI

GRECO

ROMANO

BISANTINO

  • Suidas, La Suda – Lessico greco bizantino C10° A.D.

BIBLIOGRAFIA

Una bibliografia completa delle traduzioni citate in questa pagina.

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