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The Role of the Personal Fable in Adolescent Service-Learning and Critical Reflection

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Michigan Journal of Community Service LearningFall 1997, pp. 56-63The Role of the Personal Fable in AdolescentService-Learning and Critical ReflectionMichelle R. DunlapConnecticut CollegeI diari di riflessione di 27 studenti adolescenti impegnati in service-learning sono stati analizzati dal punto di vista del contenuto. I temi della favola personale o della sindrome dell’eroe, del senso di colpa e della rabbia e una maggiore consapevolezza della complessità dei problemi di oppressione sociale sono emersi come questioni principali. Si propone che l’esposizione e la discussione di questi temi, e le riflessioni critiche dei precedenti studenti di servizio, saranno utili agli studenti e alle persone che lavorano con gli studenti che sono in formazione per incarichi di servizio.La favola personaleLa “favola personale” è definita dagli psicologi dello sviluppo come la tendenza cognitiva degli adolescenti a credere che la propria vita sarà unica ed eroica (Adams, Gullotta, & MarkstromAdams, 1994; Berger & Thompson, 1995; Elkind,1964, 1984; Gilligan, Murphy, & Tappan, 1990; Kaplan, 1991; Muuss, 1988; Seifert & Hoffnung, 1997). La favola personale cresce dal normale processo del pensiero egocentrico adolescenziale, che è la tendenza a vedersi introspettivamente come personalmente responsabili e unicamente capaci di correggere i mali sociali del mondo (Berger, Thompson, 1995; Seifert, 1997).Vedersi come parte di una missione eroica è in parte legato alla comune autocoscienza adolescenziale e alle normali tendenze auto-assorbenti. Si collega anche ad un’etica della cura nel ragionamento morale degli adolescenti, specialmente per le femmine (Enright, Lapsley, Shukla, 1979; Gilligan, 1982; Muuss, 1994). Berger e Thompson (1995) descrivono la favola personale nel seguente modo: esempio di egocentrismo adolescenziale è la favola personale, attraverso la quale gli adolescenti immaginano la propria vita come unica, eroica o addirittura mitica. A volte gli adolescenti si vedono destinati all’onore e alla gloria, scoprendo una cura per il cancro, scrivendo un capolavoro, influenzando l’ordine sociale… Altri adolescenti si vedono destinati alla fama e alla fortuna, diventando una rock star o una star del cinema, un eroe sportivo, un magnate degli affari, o qualsiasi altra cosa che farà guadagnare milioni (avendo già deciso che un’educazione liceale è una perdita di tempo). (p. 556) Il concetto di favola personale è nato dal concetto di idealismo adolescenziale di Jean Piaget (Inhelder & Piaget, 1958). Secondo le osservazioni di Piaget, man mano che le capacità cognitivo-intellettuali degli adolescenti crescono e migliorano nel tempo e cominciano ad assumersi responsabilità, ruoli e processi decisionali più simili a quelli degli adulti, si verificano cambiamenti nel loro stile di pensare al mondo. Inhelder &Piaget (1958) spiega: L’adolescente è un individuo che sta ancora crescendo, ma che comincia a pensare al futuro, cioè al suo lavoro presente o futuro nella società. Inoltre, nella maggior parte dei casi nelle nostre società, l’adolescente è l’individuo che nel tentativo di pianificare il suo lavoro presente o futuro nella società adulta ha anche l’idea… di cambiare questa società, sia in qualche area limitata che completamente.(pp. 338-339) Lo sviluppo cognitivo durante l’adolescenza aumenta la consapevolezza dei giovani del mondo e delle sue operazioni, e permette loro di pensare in termini di possibilità piuttosto che in termini strettamente concreti e fantastici che sono più caratteristici degli anni più giovani. La loro crescente capacità di considerare cognitivamente e intellettualmente sia i problemi che le possibilità riguardanti le questioni sociali ha il potenziale di portare56

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