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Tito

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Tito, per esteso Tito Vespasiano Augusto, nome originale Tito Flavio Vespasiano, (nato il 30 dic. 39 ce-morto il 13 sett. 13, 81 ce), imperatore romano (79-81), e il conquistatore di Gerusalemme nel 70.

Top Questions

Chi era Tito?

Tito fu l’imperatore romano dal 79 all’81 ce. È noto anche per essere stato il conquistatore di Gerusalemme.

Cosa fece Tito?

Tito comandava una legione romana in Giudea. Nel 70 d.C. condusse una campagna che culminò con la cattura e la distruzione di Gerusalemme. Tito divenne imperatore romano nel 79. Completò la costruzione dell’Anfiteatro Flavio, meglio noto come Colosseo, e lo inaugurò con cerimonie che durarono più di 100 giorni.

Com’era la famiglia di Tito?

Il padre di Tito era l’imperatore romano Vespasiano. Dopo la morte di Tito nell’81 d.C., suo fratello Domiziano divenne imperatore. Tito si sposò due volte, ma la prima moglie morì e divorziò dalla seconda poco dopo la nascita (65 circa) della sua unica figlia, Flavia Julia, alla quale diede il titolo di Augusta.

Dopo aver prestato servizio in Britannia e Germania, Tito comandò una legione sotto suo padre Vespasiano in Giudea (67). Dopo la morte dell’imperatore Nerone nel giugno del 68, Tito fu energico nel promuovere la candidatura di suo padre alla corona imperiale. Licinio Muciano, legato di Siria, che si riconciliò con Vespasiano, considerò che una delle più grandi risorse di Vespasiano era quella di avere un figlio ed erede così promettente. Subito dopo essere stato proclamato imperatore nel 69, Vespasiano diede a Tito la responsabilità della guerra giudaica, e una campagna su larga scala nel 70 culminò con la cattura e la distruzione di Gerusalemme in settembre. (L’Arco di Tito, ancora in piedi all’ingresso del Foro Romano, commemora la sua vittoria.)

“Romani che prendono il bottino di Gerusalemme”, particolare del rilievo in marmo dell’Arco di Tito, Roma, 81 circa. Nel Foro Romano. Altezza 2,03 m.

Erich Lessing/Art Resource, New York

Le truppe vittoriose in Palestina spinsero Tito a portarle con sé in Italia; si sospetta che abbiano agito su sua sollecitazione e che stesse considerando una sorta di sfida al padre. Ma alla fine tornò da solo nell’estate del 71, trionfò insieme a Vespasiano e fu nominato comandante della guardia pretoriana. Ricevette anche il potere tribunizio e fu collega del padre nella censura del 73 e in diversi consolati. Sebbene Vespasiano avesse in vari modi evitato di fare di Tito un suo pari, il figlio divenne il braccio militare del nuovo principato ed è descritto da Svetonio come particeps atque etiam tutor imperii (“partecipe e persino protettore dell’impero”). Come tale incorse nell’impopolarità, peggiorata dalle sue relazioni con Berenice (sorella del siriano Erode Agrippa II), che visse con lui per un periodo nel palazzo e sperava di diventare sua moglie. Ma i romani avevano ricordi di Cleopatra, e il matrimonio con una regina orientale era ripugnante per l’opinione pubblica. Per due volte dovette licenziarla con riluttanza, la seconda subito dopo la morte di Vespasiano.

Nel 79 Tito soppresse una cospirazione, senza dubbio riguardante la successione, ma, quando Vespasiano morì il 23 giugno, succedette prontamente e pacificamente. I suoi rapporti con suo fratello Domiziano erano pessimi, ma per altri versi il suo breve governo fu inaspettatamente popolare a Roma. Era straordinariamente bello, colto e affabile; Svetonio lo definì “il beniamino della razza umana”. Il suo successo fu conquistato in gran parte con spese sontuose, alcune delle quali puramente personali, ma alcune di carattere pubblico, come l’assistenza alla Campania dopo l’eruzione del Vesuvio nel 79 e la ricostruzione di Roma dopo l’incendio dell’80. Completò la costruzione dell’Anfiteatro Flavio, meglio conosciuto come Colosseo, e lo inaugurò con cerimonie che durarono più di 100 giorni. La sua morte improvvisa all’età di 41 anni fu presumibilmente accelerata da Domiziano, che divenne il suo successore come imperatore.

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Tito si sposò due volte, ma la sua prima moglie morì, e divorziò dalla seconda poco dopo la nascita (65 circa) del suo unico figlio, una figlia, Flavia Julia, alla quale concesse il titolo di Augusta. Lei sposò suo cugino Flavio Sabino, ma dopo la sua morte nell’84 visse apertamente come amante di suo zio Domiziano.

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