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Nominato come un oscuro personaggio dei Simpson, Fall Out Boy si è formato a Chicago, Illinois nel 2001. La band è stata fondata da Patrick Stump (voce principale), Pete Wentz (basso) e Joe Trohman (chitarra principale), con Andy Hurley (batteria) che si è aggiunto nel 2003. Anche se Stump è il cantante principale, è sempre stato Wentz che ha agito come frontman e volto della band, permettendo al più timido e ritirato Stump di prendere un posto secondario. È stato Wentz che, grazie ai suoi legami con l’etichetta discografica della band Fueled By Ramen, ha lanciato le carriere dei Panic! At the Disco, e loro, insieme ai Fall Out Boy (“FOB”) e a band come i My Chemical Romance, hanno fornito la colonna sonora dell’adolescenza di chiunque abbia una certa età.
Anche se la band è stata spesso etichettata come emo, il loro suono è sempre stato più simile al pop punk e al pop rock, tuttavia, le loro associazioni con il genere (che era molto di moda durante gli anni ’00) ha permesso loro di costruire una grande e famelica base di fan, il che significa che sono spesso visti come la band di questa scena ed epoca. Anche se il loro album di debutto Take This to Your Grave fu solo un moderato successo, irruppero presto nel mainstream con il suo seguito, il seminale From Under the Cork Tree che ottenne il doppio disco di platino. Il terzo album della band, Infinity on High, arrivò direttamente al numero uno della Billboard 200, tuttavia l’album successivo, Folie á Deux, non fu accolto altrettanto bene. Sentendo che una pausa era necessaria, il gruppo è andato in pausa tra il 2009 e il 2012, prima di tornare direttamente al numero uno con l’album Save Rock and Roll e il suo seguito American Beauty/American Psycho.
Ci sono poche band che potrebbero godere di un successo così monumentale dopo essere state assenti per tre anni, ma questo dimostra solo la fame che i fan avevano per l’alta energia pop punk del gruppo e la voce distintiva e ineguagliabile di Patrick Stump. Questa lista delle 10 migliori canzoni dei Fall Out Boy è stata davvero divertente da scrivere.
# 10 – Thriller
I Fall Out Boy non hanno mai avuto paura di giocare con i titoli delle loro canzoni (vedi Our Lawyer Made Us Change the Name of This Song So We Wouldn’t Get Sued), ma nominare il brano di apertura del loro terzo album dopo la canzone più famosa di Michael Jackson è una mossa così presuntuosa ed egomaniaca che solo una band così consapevole e disposta ad essere sfacciata come i FOB potrebbe farla franca. Il fatto che la canzone inizi con un’introduzione di Jay-Z, tra tutte le persone, si aggiunge ulteriormente alla follia creativa della canzone; la band si sta vantando del suo enorme successo e dell’accesso ai collaboratori VIP, mentre simultaneamente si prende gioco della ridicolaggine di tali manifestazioni di spavalderia roboante. Il fatto che tu debba essere informato per comprendere appieno i riferimenti della band è senza dubbio parte del loro successo – ti senti davvero partecipe di un grande scherzo.
Musicalmente il brano presenta alcune strimpellate di chitarra freneticamente pesanti, che si accoppiano bene con la batteria frenetica della canzone. Questi elementi febbrili contrastano perfettamente con i riff sommessi e sognanti presenti durante i versi, qualcosa che rappresenta perfettamente il testo della canzone, che parla dell’ascesa della band alla fama mondiale da umili origini. La canzone è un vero e proprio urlo ai fan più accaniti della band, mostrando che sanno di essere in grado di creare brani bizzarri – ma sorprendenti – come questo solo grazie all’incrollabile supporto della loro base di fan.
# 9 – The Take Over, the Breaks Over
La composizione della canzone prende spunto da due icone del rock classico, con Patrick Stump che prende ispirazione da David Bowie e dai Rolling Stones creando un brano in cui il riff costituisce essenzialmente l’intera canzone. Fortunatamente il riff che ha scelto per formare il nucleo del brano è irresistibilmente orecchiabile, e spumeggia per tutta la canzone con grande effetto. Anche Andy Hurley merita di essere menzionato per il suo grande drumming sul brano, creando un impeccabile battito di mani all’inizio della canzone e finendo con una fioritura quasi militare.
Questo brano segue Thriller on Infinity on High (2007) proprio come in questa lista, quindi non è una sorpresa che The Take Over… porti avanti i temi della fama e dell’attenzione dei media di quest’ultimo. La seconda metà della canzone presenta un gancio lirico particolarmente sfacciato che, anche se a prima vista sembra riguardare il sesso, potrebbe anche essere rivolto agli “ex” fan che hanno denunciato pubblicamente i Fall Out Boy ma continuano ad ascoltare e godersi la band in segreto. Elementi meta come questo sono una grande parte del superlativo lirismo di Pete Wentz, e questa canzone è un perfetto esempio di come la sua scrittura e la composizione di Stump rappresentino una forza creativa da tenere in considerazione.
# 8 – I Don’t Care
Come puoi vedere, la band è sempre stata interessata alla fama, e questo brano da Folie á Deux (2008) (davvero l’unico pezzo degno di nota di un album altrimenti leggermente sottotono) ha visto la band affrontare il tipo di fama ultra-moderna, narcisistica e superficiale associata alla cultura pop contemporanea. Anche se erano solo all’inizio della loro ascesa verso l’infamia, un ascoltatore moderno non può fare a meno di allineare la canzone con il tipo di fama vuota di cui godono gli “Youtubers” e i Kardashians.
Il ritornello è senza sforzo anthemico e quasi impossibile da ignorare. Questo, naturalmente, non è un caso: Stump ha dichiarato che gli piaceva l’idea che la gente non potesse resistere a cantare insieme a un gancio vacuo e ossessionato da se stesso, qualcosa che si adatta perfettamente ai temi della canzone, e tipico del tipo di meta-umorismo comune nelle canzoni dei Fall Out Boy. Che qualcosa che richiede vero talento sia nascosto e ostacolato dalla spacconeria del ritornello superficiale e orecchiabile è senza dubbio un altro commento puntuale degli autori Wentz e Stump. Folie á Deux può non aver incendiato le classifiche, ma I Don’t Care è una gemma di un brano che richiede – e merita – molteplici ascolti.
# 7 – My Songs Know What You Did In The Dark (Light Em Up)
Questo è stato il singolo di ritorno della band dopo tre anni di pausa, e nessuno pensava che una band così legata alla cultura degli anni ’00 potesse mettere in scena un ritorno decente in un nuovo decennio, eppure questo singolo principale di Save Rock and Roll (2013) ha dimostrato che gli scettici avevano torto e ha avuto un successo impressionante. Raggiungendo la top five nel Regno Unito e la top 20 negli Stati Uniti, questo brano suonava esattamente come dovrebbero essere le canzoni dei Fall Out Boy dei giorni nostri; estremamente orecchiabile, innegabilmente brillante e pieno di riff assassini.
La canzone inizia con alcuni canti ispirati al pop, prima di lanciarsi in una prima strofa dura e grintosa, il cui testo è intervallato da note di chitarra macinate e distorte. Dopo un breve pre-coro in cui Stump canta minacciosamente e melodicamente il titolo della canzone, inizia il ritornello principale, con l’acuto e croccante gancio vocale di Stump che cattura perfettamente l’energia distruttiva del coro, mentre la chitarra di Trohman, simile a una sirena, si lamenta in sottofondo.
C’è qualcosa di enormemente inquietante in questa canzone, ma non in modo spiacevole. Il brano è molto energizzante, e rende l’ascoltatore psicotico con molteplici momenti degni di un pugno in aria. Non è una sorpresa che il brano sia diventato una caratteristica comune degli eventi sportivi dell’epoca, poiché cattura perfettamente l’energia nervosa e frizzante di queste occasioni. Questo è stato un ritorno trionfale per i Fall Out Boy, e i fan di tutto il mondo sono stati grati per questo ritorno tanto atteso.
# 6 – Uma Thurman
Il terzo singolo dell’album American Beauty/American Psycho (2015) è nato dopo che la band si è resa conto che il tema della sitcom The Munsters del 1964 assomigliava molto al tipo di musica usata dal regista di culto Quentin Tarantino. Ispirati da questa bizzarra combinazione, la band ha deciso di campionare il tema funky chitarra elettrica/sassofono in una canzone dedicata alla collaboratrice abituale di Tarantino, l’attrice Uma Thurman. Nonostante il ritornello faccia riferimento alla famosa scena di ballo della Thurman con John Travolta in Pulp Fiction, la maggior parte della canzone si riferisce in realtà al suo ruolo di maestra assassina The Bride in Kill Bill, con riferimenti a matrimoni, veleno ed essere sepolta viva.
Come si può immaginare, questa canzone è infinitamente cinematografica, ed è difficile credere che il tema di The Munsters non sia in realtà preso direttamente da un’epopea di Tarantino. Con il suo battito di batteria da stadio e alcuni frenetici accordi di piano, insieme a delle fantastiche urla di chitarra surf rock, il brano si adatterebbe perfettamente a qualsiasi film d’azione. Quando è fatto bene, il campionamento può avere un effetto fenomenale, e questa è una rara canzone rock che trova il giusto equilibrio, riuscendo a riproporre un pezzo di musica in un modo nuovo e originale.
# 5 – Thnks fr th Mmrs
La leggenda vuole che il titolo di questo secondo singolo di Infinity on High sia nato dopo che la casa discografica ha chiesto alla band di abbreviare i titoli delle canzoni dei Fall Out Boy. I Fall Out Boy non hanno mai avuto paura di essere sperimentali nella loro musica, e Thnks fr th Mmrs ne è un perfetto esempio, con una serie di elementi non convenzionali che riescono ad elevare una già grande canzone rock ad un livello superiore.
Iniziando con alcuni archi e ottoni, la prima strofa vede Stump eseguire un duetto con se stesso, cantando contemporaneamente in due registri diversi grazie ad un’intelligente post-produzione. Allo stesso modo, il bilanciamento su alcune linee varia tra i diversi canali audio, dando l’impressione che ci siano più persone che cantano insieme. Dopo un ritornello martellante e contagioso, la seconda strofa presenta un riff di synth casuale e termina con una nota corale, quasi in falsetto. In aggiunta a tutto questo, il penultimo ritornello abbandona tutti gli strumenti tranne la batteria, risultando in un suono più spoglio e immediato.
La volontà della canzone di introdurre elementi insoliti prima di abbandonarli completamente assicura che questo brano sia una vera montagna russa musicale, mostrando le coraggiose scelte musicali della band e le sue inclinazioni sempre giocose.
# 4 – The Phoenix
Come brano di apertura dell’album del ritorno della band, The Phoenix doveva immediatamente affermarsi, introducendo gli ascoltatori al suono di ritorno delle canzoni dei Fall Out Boy. La canzone riesce a raggiungere questo obiettivo con grande effetto. Non è difficile leggere il testo della canzone in termini di pausa della band, con loro che muoiono e finalmente rinascono come una maestosa fenice, quindi non è una sorpresa che lo strumentale di questa canzone sia un’intensa stravaganza rock/orchestrale.
Il gancio principale della canzone è orchestrale, basandosi molto sugli archi, ed è stato ispirato dalla Sinfonia No. 7 di Dmitri Shostakovich. La London Symphony Orchestra fornisce gli elementi orchestrali, e solo i Fall Out Boy potevano ottenere una collaborazione così illustre per il loro singolo di ritorno. Questa strumentazione così alta è perfetta per la canzone, che è in parti uguali intensa ed edificante, con i riff di chitarra che si fondono perfettamente con gli elementi classici per creare un suono unico e coinvolgente.
Come apertura di un album di ritorno, The Phoenix si presenta in ogni modo, mettendo in mostra il classico suono pop rock della band mentre introduce elementi nuovi e sperimentali che sono perfettamente adatti al grandioso ritorno di questi favoriti del rock moderno. Questa è stata una dichiarazione di intenti, una chiamata alle armi, e un modo perfetto per la band di riaffermare il proprio dominio musicale.
# 3 – Sugar We’re Going Down
Senza dubbio il singolo di svolta della band, Sugar We’re Going Down ha permesso ai Fall Out Boy di esplodere nella coscienza pubblica. Per molti, questa è stata la loro prima esposizione alla band, e che introduzione è stata. Questa canzone contiene tutti gli elementi che rendono grandi le canzoni dei Fall Out Boy: una batteria epica, riff di chitarra accattivanti e testi intelligenti e stratificati. Per non parlare dei ritornelli da cantare che sono il marchio di fabbrica della band, di cui il gioioso gancio di questo brano è uno dei più grandi, diventando comprensibilmente un must dei festival estivi.
Mentre non c’è dubbio che tutti e quattro i membri della band portano qualcosa di veramente speciale, al centro di tutto c’è la voce superlativa di Patrick Stump, che è capace di emettere note straordinarie pur suonando totalmente melodica e piena di convinzione. Si potrebbe sostenere che Sugar… contenga la migliore voce che abbia mai emesso, con il ritornello (volutamente) biascicato ispirato al punk che lo consolida come un’icona del rock moderno. È davvero un privilegio sentire Stump in azione, e, nonostante il suo timido contegno, si sta chiaramente divertendo come non mai. Questa è stata facilmente una delle canzoni rock più popolari degli anni 2000, diventando un autentico punto fermo per i teenager, e non è davvero difficile capire perché.
# 2 – This Ain’t A Scene, It’s An Arms Race
Questo singolo principale dal terzo album della band è stata la loro prima occasione per pontificare sulla loro nuova megastarom, e lo hanno fatto con un effetto sorprendente. Usando immagini ispirate alla guerra, il testo decostruisce la scena musicale contemporanea (specialmente l’etichetta “emo” della band – che Wentz ha sempre rifiutato), guardando in particolare al modo in cui la cultura può diventare sovrasatura e priva di significato.
Per accompagnare il testo cinico, la band ha creato una strumentale molto cool, che fa riferimento alla musica soul e al funk degli anni 70. La canzone ha un consistente riff di chitarra che frizza per tutta la canzone, con alcuni accordi più duri che entrano in gioco durante il ritornello simile ad un inno. La canzone presenta anche un ponte cantato che è stato ispirato da un taglio di Justin Timberlake di R&B.
L’interazione tra il contenuto dei testi e le chitarre frenetiche funziona alla grande, catturando perfettamente la frustrazione della band, il soffocamento e il desiderio di fuggire da inutili etichette di genere. Gli elementi di partecipazione del pubblico nei cori aiutano a creare un’atmosfera divertente e da festa. Questo viene ripreso durante il video della canzone, che – tra le altre cose – presenta molti dei compagni di etichetta della canzone, così come un coro gospel, che celebra la vita di Pete Wentz al suo funerale.
Lo strumentale martellante e i testi intelligenti e penetranti di questa traccia si combinano senza sforzo per forgiare una meraviglia rock strettamente prodotta e assolutamente brillante.
# 1 – Dance Dance Dance
Come suggerisce il titolo, il secondo singolo di From Under the Cork Tree è un immenso banger emo/pop punk che è garantito per, come minimo, far battere i piedi. Il brano inizia semplicemente, con un ritmo di batteria e un riff di basso diabolico, prima che la voce di Stump e le chitarre inizino. Gli elementi più lenti durante i versi della canzone sono la perfetta contrapposizione al resto della canzone che – durante il ritornello in particolare – presenta un assalto non-stop di pop punk. Il modo elettrico in cui Trohman attacca i riff di chitarra è pazzesco, consegnando lick maniacali come un brutale – ma non sgradevole – calcio in faccia.
Liricamente, la canzone si occupa di una storia fin troppo riferibile all’amore adolescenziale, e di come spesso può sconfinare nell’ossessione. Il protagonista della canzone inizia lentamente a risentire l’oggetto del suo affetto, mentre lei passa il suo tempo con altri ragazzi invece che con lui. Stump cattura superbamente l’angoscia di questa situazione nella sua voce, anche al limite dell’isterismo in alcuni punti. Stump ha descritto Dance Dance Dance come la cosa migliore che abbia mai fatto, ed è molto difficile non essere d’accordo con lui. E’ stata una scelta facile raggiungere il primo posto nella nostra lista delle 10 migliori canzoni dei Fall Out Boy.
Nel corso della loro carriera i Fall Out Boy hanno prodotto alcuni brani rock veramente eccezionali, con il lirismo pungente di Wentz e la voce abbagliante di Stump (insieme al talento di Hurley e Trohman) che li rendono un ascolto veramente essenziale. I Fall Out Boy sono davvero riusciti a liberarsi dalle catene della loro etichetta emo e a consegnare dei capolavori rock veramente ispirati.
Top 10 canzoni dei Fall Out Boy
Scritto da Ollie Dean