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Una storia della magia

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L’alchimia avrebbe gradualmente ceduto a quella che oggi conosciamo come chimica, per esempio con la pubblicazione di The Sceptical Chymist di Robert Boyle nel 1661, che suggerì che la materia consiste di atomi. Insieme a questo, divenne presto chiaro che gli elementi chimici erano suddivisi in famiglie e potevano essere organizzati in quella che fu conosciuta come la Tavola Periodica (i chimici avrebbero poi capito che questo schema ha a che fare con il modo in cui gli elettroni si organizzano in orbite intorno ai nuclei atomici).

Come è fatta una ricetta per la Pietra Filosofale?

Prima che i chimici sviluppassero un linguaggio comune per le loro idee, materiali e processi, gli alchimisti si dovevano accontentare di segni e simboli della mitologia e dell’astrologia. Di conseguenza, anche una ricetta di base sembrava un incantesimo.

Draghi, rospi e una figura barbuta che stringe un recipiente alchemico sono presenti nei rotoli di Ripley, che prendono il nome dall’alchimista inglese George Ripley, un canonico del Priorato di Bridlington nello Yorkshire. Scritti in versi, e ritenuti copie di un originale perduto, rivelano “il giusto & mezzo più perfetto per fare la Pietra Filosofale”.

C’era però un’altra ragione per l’uso comune di segni e simboli oscuri: proprio come la Coca Cola non avrebbe mai condiviso la ricetta della Coca Cola, qualsiasi ricetta promettente per la Pietra Filosofale sarebbe stata un segreto strettamente custodito. Abu Mūsā Jābir ibn Hayyānc (c.721-c. 815), nato ed educato a Tus, in Iran, è talvolta indicato come il padre della prima chimica a causa dei suoi esperimenti sistematici. Tuttavia, poiché lui e i suoi colleghi ricorrevano a un gergo tecnico incomprensibile, è da Jabir (latinizzato come Geber) che deriva il termine ‘gibberish’.

Nicholas Flamel cercava davvero la pietra filosofale?

Nicholas Flamel era uno scrivano e venditore di manoscritti francese del XIV secolo ed era noto per aver influenzato i noti chimici del XVII secolo come Robert Boyle e Sir Isaac Newton. La sua reputazione di alchimista deriva in ultima analisi dai resoconti postumi della sua vita risalenti al XVI e XVII secolo, che descrivono come Flamel ebbe un sogno profetico, in seguito al quale scoprì un raro manoscritto che rivelava la ricetta della Pietra Filosofale.

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