Articles

Writ of assistance

Posted on

Writ of assistance, nella storia coloniale inglese e americana, un mandato di perquisizione generale emesso dalle corti provinciali superiori per assistere il governo britannico nel far rispettare le leggi sul commercio e la navigazione. Tali mandati autorizzavano i funzionari della dogana (con l’assistenza di uno sceriffo, un giudice di pace o un conestabile) a perquisire qualsiasi casa alla ricerca di merci di contrabbando senza specificare né la casa né le merci. In uso comune fin dal regno di Carlo II, i writs non suscitarono controversie fino a quando non fu fatto un tentativo di rinnovo nel 1761.

James Otis
James Otis

James Otis, ritratto di J. Blackburn, 1755; nella Biblioteca del Congresso, Washington, D.C.

Per gentile concessione della Biblioteca del Congresso, Washington, D.C.

Rappresentando i mercanti di Boston davanti alla Corte Superiore del Massachusetts nel febbraio 1761, l’avvocato James Otis, che John Adams caratterizzò come un “maestro delle leggi della natura e delle nazioni”, fece un eloquente attacco alla legalità dei writs basato sulla teoria dei diritti politici e sociali che trovava nel diritto comune inglese. Il writ, disse Otis – promettendo di opporsi ad esso fino alla sua morte – “mi sembra il peggiore strumento di potere arbitrario, il più distruttivo della libertà inglese e dei principi fondamentali della legge, che sia mai stato trovato in un libro di legge inglese”. Ciononostante, i writs furono continuati dopo che la conferma della loro legalità fu ricevuta dall’Inghilterra nel 1762. Quando simili mandati furono espressamente riautorizzati dai Townshend Acts (1767), furono contestati per cinque anni in ogni corte superiore delle 13 colonie e rifiutati del tutto in 8 di esse. Così, i writs of assistance divennero una delle principali lamentele coloniali nel periodo pre-rivoluzionario.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *