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Pueraria mirifica

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Le prove dell’uso della Pueraria mirifica possono essere identificate definitivamente già nel 13° secolo d.C. L’antica capitale della Birmania, conosciuta allora come Pookham ma ora chiamata Bagan, era uno dei più importanti centri di conoscenza della regione asiatica fino a quando fu saccheggiata e parzialmente distrutta dall’invasione mongola di Kublai Khan alla fine del 13° secolo. Nel 1931 fu scoperto un testo nascosto tra le mura di un tempio buddista che precedette l’invasione mongola. Originariamente scritto su foglie di palma, e tradotto in inglese e pubblicato nel 1931, il documento include le istruzioni:

Prendere la radice tuberosa di Pueraria con grandi foglie, pestare e mescolare con latte di mucca. I benefici di questa medicina sono di sostenere la memoria, parlare alla grande, ed essere in grado di ricordare tre libri di astrologia, rendere la pelle liscia come un bambino di sei anni, vivere più di 1.000 anni e le malattie parassitarie non sono in grado di essere di disturbo.

La conoscenza moderna della Pueraria mirifica può essere fatta risalire alla pubblicazione dell’opuscolo contenente il riferimento all’uso della pianta nei tempi antichi, con l’autore Luang Anusan Suntara che sosteneva nella sua pubblicazione l’uso dell’ingrediente riduceva le rughe, si liberava dei capelli grigi, migliorava la vista e la memoria, insieme ad altri benefici.

Due decenni dopo, nel 1952, la Pueraria mirifica fu formalmente definita con la sua nomenclatura botanica sotto la sponsorizzazione del dottor Kerr, l’allora direttore della sezione botanica del Journal of the Siam Society.

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