Background In numerose isole del Pacifico, sotto vari nomi, ci sono persone considerate né uomini né donne ma mezzi uomini/mezze donne. Nella Polinesia francese, esiste una condizione sociologica e antropologica chiamata RaeRae o Mahu. Un RaeRae è un uomo che si comporta come e si considera una donna. RaeRae e Mahu sono buoni esempi di transessualità o cross-dressing legato alla cultura. Essere Mahu ha un significato culturale, riconosciuto nella storia della società polinesiana, e non può essere considerato come una condizione medica o psichiatrica. Essere RaeRae estende la trasformazione alla possibile terapia ormonale e alla chirurgia; il tradizionale ruolo sociale (educazione, turismo) di Mahu è mantenuto ma in alcuni casi è influenzato dalla prostituzione e dall’omosessualità a rischio.Fonti bibliografiche e metodo Abbiamo condotto una ricerca nella letteratura utilizzando diverse fonti bibliografiche mediche, sociali e antropologiche (MedLine, Google Scholar, PsycINFO, DUMAS). Abbiamo usato i termini RaeRae, Mahu, androfilia polinesiana e sessualità polinesiana. Abbiamo trovato 20 articoli e tesi. Alcuni articoli parlano di una condizione molto simile nelle Samoa (fa’afafine). Inoltre, Mahu sembra essere un termine dispregiativo per un maschio omosessuale o una drag queen nelle isole Hawaii.Risultati e contenuti RaeRae e Mahu è ampiamente definito come uomini con dolcezza o donne che sono prigionieri del corpo degli uomini. Ci sono prove della loro presenza e delle loro funzioni sociali nei tempi antichi. L’arrivo dei missionari e della morale cristiana ha portato alla nascita di un nuovo ordine morale e sessuale. RaeRae e Mahu rimangono presenti e visibili oggi. Sono integrate nella vita professionale e culturale locale e sono accettate, a condizione che la loro sessualità rimanga inespressa e invisibile, il che è più difficile per le RaeRae. Descriviamo il fenomeno e il suo contesto e le ipotesi socioculturali. Conserviamo un riferimento legato alla conoscenza tacita dei riti sacrificali polinesiani: Mahu non si sottoponeva a sacrifici le cui vittime dovevano essere uomini. Si deve prevedere una discussione generale sul DSM-5, l’identità transgender e la stigmatizzazione. Per esempio, alle Hawaii, le persone che si identificano come transgender continuano a subire alti tassi di violenza, aggressione sessuale e discriminazione. La descrizione contribuisce a un’indagine sui limiti del considerare il genere come binario; piuttosto, è un continuum non governato dalla medicalizzazione e psicologizzazione di una caratteristica culturale, che è anche riconoscibile in altre aree culturali tra cui tra gli Amerindi. Studiare RaeRae e Mahu in Polinesia significa accettare di confrontarsi con il concetto binario che struttura e divide il mondo in due categorie di genere e sesso, maschile e femminile, proprio come il genere grammaticale in francese. Esempi da altre culture includono la nuova metà in Giappone, muxe o muché tra gli Zapotechi di Tehuantepec, woubi in Costa d’Avorio, femminielli in Italia, ladyboys o kathoeys in Thailandia, natkadaw in Myanmar, hijra in India e Pakistan, khounta nella cultura araba islamica, e in Canada e USA, agokwa tra gli Ojibwa, e ikoneta nella lingua dell’Illinois. Mahu, o individui transgender e travestiti, erano infatti visti dagli antichi hawaiani come un elemento normale della vecchia cultura sociale che precedeva i giorni delle missioni e le missioni militari americane e francesi. I mahu non erano semplicemente tollerati; erano considerati come una parte legittima e contributiva dell’antica comunità polinesiana.