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San Giustino Martire

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Opere

Tra le opere che portano la paternità di Giustino e che sono ancora ritenute genuine ci sono due Apologie e il Dialogo con Trifone. La prima, o “Apologia Maggiore”, fu indirizzata verso il 150 agli imperatori romani Antonino Pio e Marco Aurelio. Nella prima parte della Prima Apologia, Giustino difende i suoi compagni cristiani dalle accuse di ateismo e di ostilità allo stato romano. Continua poi ad esprimere il nucleo della sua filosofia cristiana: la massima aspirazione sia del cristianesimo che della filosofia platonica è un Dio trascendente e immutabile; di conseguenza, un’articolazione intellettuale della fede cristiana dimostrerebbe la sua armonia con la ragione. Tale convergenza è radicata nella relazione tra la ragione umana e la mente divina, entrambe identificate dallo stesso termine, logos (greco: “intelletto”, “parola”), che permette all’umanità di comprendere le verità fondamentali riguardanti il mondo, il tempo, la creazione, la libertà, l’affinità dell’anima umana con lo spirito divino e il riconoscimento del bene e del male.

Justin afferma che Gesù Cristo è l’incarnazione dell’intero logos divino e quindi di queste verità fondamentali, mentre nelle grandi opere dei filosofi pagani si trovavano solo tracce di verità. Lo scopo della venuta di Cristo nel mondo era di insegnare agli uomini la verità e salvarli dal potere dei demoni. Nella terza parte della Prima Apologia, Giustino descrive vividamente il metodo dei primi cristiani di celebrare l’Eucaristia e di amministrare il battesimo.

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Il Dialogo con Trifone è una discussione in cui Giustino cerca di dimostrare la verità del cristianesimo a un dotto ebreo di nome Trifone. Giustino cerca di dimostrare che una nuova alleanza ha sostituito la vecchia alleanza di Dio con il popolo ebraico; che Gesù è sia il messia annunciato dai profeti dell’Antico Testamento sia il logos preesistente attraverso il quale Dio si è rivelato nelle Scritture; e che i gentili sono stati scelti per sostituire Israele come popolo eletto da Dio. Nella sua breve Seconda Apologia Giustino sostiene che i cristiani sono ingiustamente perseguitati da Roma.

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