Vittor Emmanuel III, (nato l’11 novembre 1869, Napoli, Italia-morto il 28 dicembre 1947, Alessandria, Egitto), re d’Italia il cui regno portò alla fine della monarchia italiana.
Dopo un’educazione prevalentemente militare, salì improvvisamente al trono nel 1900 in seguito all’assassinio di suo padre, re Umberto I. Monarca costituzionale, accetta un gabinetto liberale e acconsente prontamente alla guerra contro la Turchia nel 1911 e all’entrata nella prima guerra mondiale nel 1915.
Quando la guerra mette a dura prova il sistema parlamentare e porta alla ribalta Mussolini, Vittorio Emanuele non riesce a impedire la presa del potere da parte del fascista, anche se apparentemente avrebbe potuto farlo semplicemente firmando il decreto di legge marziale proposto dal gabinetto. Fu rapidamente ridotto a una figura o meno dalla dittatura di Mussolini, ma nel 1943, a seguito dei disastrosi rovesci militari italiani nella seconda guerra mondiale, coronati dall’invasione alleata della Sicilia, Vittorio Emanuele sorprese il mondo facendo arrestare Mussolini e installando il maresciallo Pietro Badoglio come premier. La mossa non riuscì a far uscire l’Italia dalla guerra o il re dalla sua difficile posizione, e alla fine, il 5 giugno 1944, il giorno dopo la liberazione di Roma da parte degli Alleati, nominò suo figlio il principe ereditario Umberto luogotenente generale del regno, rinunciando a tutto il potere per sé ma mantenendo il suo titolo di re.
Nel 1946 l’opinione pubblica ha imposto un plebiscito per decidere tra la monarchia e una forma repubblicana di governo. Nel tentativo di influenzare il voto a favore della dinastia, Vittorio Emanuele abdicò a favore di Umberto (9 maggio 1946), ma il plebiscito risultò in una vittoria della repubblica, e sia Vittorio Emanuele che Umberto andarono in esilio.