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Antioco IV Epifane

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Carriera iniziale

Antioco era il terzo figlio di Antioco III il Grande. Dopo la sconfitta di suo padre da parte dei Romani nel 190-189, servì come ostaggio per suo padre a Roma dal 189 al 175, dove imparò ad ammirare le istituzioni e le politiche romane. Suo fratello, il re Seleuco IV, lo scambiò con Demetrio, il figlio di Seleuco; e dopo che Seleuco fu assassinato da Eliodoro, un usurpatore, Antioco lo spodestò a sua volta. Durante questo periodo di incertezza in Siria, i guardiani di Tolomeo VI, il sovrano egiziano, rivendicarono la Siria Coele, la Palestina e la Fenicia, che Antioco III aveva conquistato. Sia la parte siriana che quella egiziana si appellarono a Roma per un aiuto, ma il Senato si rifiutò di prendere posizione. Nel 173 Antioco pagò il resto dell’indennità di guerra che era stata imposta dai Romani ad Antioco III nel Trattato di Apamea (188).

Antioco prevenne una spedizione egiziana in Palestina invadendo l’Egitto. Sconfisse gli egiziani tra Pelusium e il monte Kasion, conquistò Pelusium e nel 169 occupò l’Egitto ad eccezione di Alessandria, la capitale. Tolomeo VI era il nipote di Antioco – la sorella di Antioco, Cleopatra I, aveva sposato Tolomeo V – e Antioco si accontentò di governare l’Egitto come tutore di Tolomeo, non dando a Roma alcuna scusa per intervenire. I cittadini di Alessandria, tuttavia, si appellarono a Tolomeo VIII, il fratello di Tolomeo VI, e a sua sorella Cleopatra II per formare un governo rivale. I disordini in Palestina costrinsero Antioco a tornare in Siria, ma egli salvaguardò il suo accesso all’Egitto con una forte guarnigione a Pelusium.

Nell’inverno del 169/168 Perseo di Macedonia pregò invano Antioco di unire le forze con lui contro il pericolo che Roma presentava per tutti i monarchi ellenistici. In Egitto, Tolomeo VI fece causa comune con suo fratello e sua sorella e inviò una nuova richiesta di aiuto a Roma, e Antioco si preparò alla battaglia. La flotta di Antioco ottenne una vittoria a Cipro, il cui governatore gli consegnò l’isola. Antioco invase nuovamente l’Egitto nel 168, pretese che Cipro e Pelusio gli fossero ceduti, occupò il Basso Egitto e si accampò fuori Alessandria. La causa dei tolemaici sembrava persa. Ma il 22 giugno 168, i Romani sconfissero Perseo e i suoi Macedoni a Pydna, e lì privarono Antioco dei benefici della sua vittoria. Ad Eleusi, un sobborgo di Alessandria, l’ambasciatore romano, Gaio Popillius Laenas, presentò ad Antioco l’ultimatum di evacuare immediatamente l’Egitto e Cipro. Antioco, colto di sorpresa, chiese tempo per riflettere. Popillius, tuttavia, disegnò un cerchio nella terra intorno al re con il suo bastone da passeggio e pretese una risposta inequivocabile prima che Antioco lasciasse il cerchio. Sconvolto da questa umiliazione pubblica, il re accettò rapidamente di conformarsi. L’intervento romano aveva ristabilito lo status quo. Con il permesso di mantenere la Siria meridionale, che l’Egitto aveva rivendicato, Antioco fu in grado di preservare l’integrità territoriale del suo regno.

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