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Bandiera del Giappone

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Bandiera del Giappone
bandiera nazionale costituita da un campo bianco con un disco centrale rosso (un sole stilizzato). La bandiera ha un rapporto larghezza-lunghezza di 2 a 3.

Secondo la tradizione, la dea del sole Amaterasu fondò il Giappone nel VII secolo a.C. e fu un antenato del primo dei suoi imperatori, Jimmu. Ancora oggi l’imperatore è conosciuto come il “Figlio del Sole”, e un nome popolare del paese è “Terra del Sole nascente”. La prima prova concreta che testimonia l’uso di una bandiera del sole per il Giappone risale al 1184, ma ci sono tradizioni orali che risalgono a secoli prima.

La forma attuale della bandiera fu adottata ufficialmente il 5 agosto 1854, quando il Giappone stava iniziando ad aprirsi al commercio e alle relazioni diplomatiche con i paesi europei. Il suo uso sulla terraferma fu accettato solo lentamente dalla popolazione generale; l’uso principale della bandiera nei suoi primi giorni era quello di rappresentare le navi e il servizio diplomatico del Giappone all’estero. (Alle navi militari fu concessa una versione speciale, con un sole più piccolo e decentrato da cui i raggi si estendevano in modo prominente ai bordi della bandiera). Le specifiche per la bandiera furono emesse nel 1870.

Perché i giapponesi hanno un profondo approccio filosofico ai disegni grafici di tutti i tipi, essi apprezzano la loro bandiera nazionale per la sua semplicità, i contrasti sorprendenti e il simbolismo appropriato. Il rosso “caldo” del simbolo del sole contrasta con il suo “fresco” sfondo bianco, e il cerchio del sole contrasta con il rettangolo della bandiera stessa. L’asta su cui deve essere ufficialmente issata è di bambù naturale grezzo, mentre il terminale in cima è una palla d’oro lucido. Per regolarizzare le leggi sulla bandiera risalenti al XIX secolo, la Dieta (parlamento giapponese) ha adottato formalmente la bandiera nazionale il 13 agosto 1999. L’inno nazionale (“Kimigayo”) è stato riconosciuto ufficialmente nello stesso momento. L’azione della Dieta fu controversa, sostenuta in Giappone dai conservatori ma denunciata dai pacifisti, che sostenevano che i simboli ricordavano in modo inappropriato il passato militarista del Giappone e il suo coinvolgimento nella seconda guerra mondiale.

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