Il teatro dell’assurdo, opere drammatiche di alcuni drammaturghi europei e americani degli anni ’50 e dei primi anni ’60 che concordavano con la valutazione del filosofo esistenzialista Albert Camus, nel suo saggio “Il mito di Sisifo” (1942), che la situazione umana è essenzialmente assurda, priva di scopo. Il termine è anche vagamente applicato a quei drammaturghi e alla produzione di quelle opere. Sebbene non sia esistito un movimento absurdo formale come tale, drammaturghi diversi come Samuel Beckett, Eugène Ionesco, Jean Genet, Arthur Adamov, Harold Pinter e pochi altri hanno condiviso una visione pessimistica dell’umanità che lotta vanamente per trovare uno scopo e controllare il suo destino. L’umanità in questa visione si sente senza speranza, disorientata e ansiosa.
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Teatro occidentale: Il teatro dell’assurdo
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Le idee che informano le opere dettano anche la loro struttura. I drammaturghi assurdisti, quindi, hanno eliminato la maggior parte delle strutture logiche del teatro tradizionale. C’è poca azione drammatica come convenzionalmente intesa; per quanto freneticamente i personaggi si esibiscano, la loro frenesia serve a sottolineare il fatto che non accade nulla che cambi la loro esistenza. In Aspettando Godot (1952) di Beckett, la trama viene eliminata, ed emerge una qualità circolare e senza tempo in cui due creature perdute, solitamente interpretate come vagabondi, passano i loro giorni ad aspettare, ma senza alcuna certezza di chi stanno aspettando o se lui, o esso, arriverà mai.
Il linguaggio in una commedia assurda è spesso dislocato, pieno di cliché, giochi di parole, ripetizioni e non sequitur. I personaggi de Il soprano calvo (1950) di Ionesco si siedono e parlano, ripetendo l’ovvio fino a farlo sembrare senza senso, rivelando così le inadeguatezze della comunicazione verbale. Il comportamento e i discorsi ridicoli e senza scopo danno alle opere una superficie comica a volte abbagliante, ma c’è un messaggio serio sottostante di angoscia metafisica. Questo riflette l’influenza della tradizione comica tratta da fonti come la commedia dell’arte, il vaudeville e il music-hall combinato con arti teatrali come il mimo e l’acrobatica. Allo stesso tempo, l’impatto delle idee espresse dalle scuole surrealista, esistenzialista ed espressionista e dagli scritti di Franz Kafka è evidente.
Originariamente scioccante nel suo farsi beffe delle convenzioni teatrali e popolare per la sua espressione appropriata delle preoccupazioni della metà del XX secolo, il Teatro dell’Assurdo declinò un po’ alla metà degli anni sessanta; alcune delle sue innovazioni furono assorbite nella corrente principale del teatro anche se servirono a ispirare ulteriori esperimenti. Alcuni dei principali autori dell’Assurdo hanno cercato nuove direzioni nella loro arte, mentre altri continuano a lavorare nella stessa vena.
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